Un meticoloso restauro ha ridato luce e colori al busto settecentesco del santo patrono, una tela del Solimena e una scultura lignea della Vergine Addolorata
Tornano a casa, dopo diversi mesi di restauro, tre dei tesori del patrimonio artistico e culturale dell’agro nocerino. Capolavori che coniugano splendore e bellezza, manufatti che custodiscono l’esperienza di fede. Le bellezze svelate alla comunità, nel cortile della curia diocesana a Vescovado a Nocera Inferiore, sono tre capolavori d’arte, espressioni della ricchezza culturale e religiosa del nostro territorio, il busto di San Prisco, la tela dell’Incoronazione di Santa Rosa da Lima e la statua lignea della Vergine Addolorata.
Le opere sono tornare a nuovo splendore grazie a lavori di restauro di egregia fattura, effettuati con meticolosità nel corso di un percorso assai arduo e complesso.
“Uno dei compiti che abbiamo come diocesi – dichiara monsignor Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi di Nocera e Sarno – è custodire l’arte, custodire il passato e aiutare le persone a saper leggere i manufatti e tutte le opere d’arte perché nel loro interno è scritto qualcosa dal cielo, che fa parte della nostra esperienza di fede. Custodire, e non tanto conservare, è qualcosa di più ampio perché bisogna che queste opere diventino fruibili oggi per riprendere il tema della fede. E’ bene che noi abbiamo, tra i cortili dell’evangelizzazione, questi luoghi dove le opere d’arte vengano conservate ed essere aperte al presente e al futuro”.
Tante, invece, le emozioni che accomunano e caratterizzano l’operato dei restauratori che con precisione e non poche difficoltà hanno saputo ridare nuova luce e bellezza a tali capolavori. “Un’emozione unica quella del restauro del busto di San Prisco – svela il restauratore Raffaele Mercogliano – una sensazione stupenda. Sono opere che non capitano tutti i giorni. Abbiamo fatto il possibile per far rivivere l’antico splendore del busto. Abbiamo provveduto all’aggiunta di diversi pezzi perduti e, a distanza di anni, siamo stati in grado di far risplendere il dorato e l’argento che caratterizza appunto l’opera ed è possibile ammirare la bellezza artistica tipica del Settecento”.
“Un’emozione che si ripete ogni volta che si restauri un’opera”, sottolinea la restauratrice Adele Ruggiero, che si è occupata della tela attribuita ad Angelo Solimena. “Il restauro è dare vita alle opere e scoprire con gioia l’originalità delle opere antiche. Un restauro complesso della tela perché ha rivelato delle particolarità tecniche del precedente restauro che noi non immaginavamo che avesse. Queste particolarità le abbiamo dovuto risolvere. Operazioni impegnative, ma portate al termine con egregio risultato”.
“Un’operazione culturale di enorme rilievo – dichiara Anna De Martino della Sovraintendenza di Salerno – che sicuramente andrà a dare lustro al museo diocesano e maggior importanza e vanto per la comunità nocerina e dell’intero agro. Un sincero plauso, per questi restauri, promossi dalla direzione del museo e condotti da restauratori specializzati sotto l’alta sorveglianza della sovraintendenza. Il museo deve svolgere un’azione estremamente importante per rendere viva la conoscenza della comunità, intercettando un ampio pubblico”.
Plauso e soddisfazione anche nelle parole del direttore del museo diocesano San Prisco, Salvatore Alfano. “Un percorso molto faticoso e complesso perché importanti sono le opere e il restauro effettuato su di esse. La tela dell’Incoronazione di Santa Rosa da Lima è un capolavoro della pittura del nostro territorio a firma di Solimena. Una tela che faceva parte di un trittico del monastero di San Giovanni in Palco e che ha subìto, come il busto di San Prisco e la statua lignea della Vergine Addolorata, un restauro importante e oggi la vediamo in tutto il suo splendore”.