San Francesco ha segnato un’epoca. L’uomo ricco, fatto povero, che, con amore, gioia e il dialogo, ha trasmesso il messaggio Evangelico. Tanta e forte è la devozione anche nella comunità nocerina di Santa Maria degli Angeli.
La figura di San Francesco è una delle più amate ed ammirate. Con la sua semplicità è riuscito a predicare alle genti. Il nome del Poverello d’Assisi, è di sicuro quello più diffuso. Papa Pio XII lo definì come il “più italiano dei santi e più santo degli italiani” e nel 1939 lo proclamò Patrono d’Italia. Ancora oggi, riesce ad accumunare un Paese intero, e accomuna anche il territorio nocerino.
Basti pensare alle due Nocera dove la comunità francescana è radicata ormai da secoli e attraversa letteralmente ilterritorio. I Frati Minori di Materdomini e di Santa Maria degli Angeli, i Conventuali di Sant’Antonio e i Cappuccini un po’ più su verso Sant’Andrea, per poi giungere al monastero di clausura di Santa Chiara. Nocera accomunata dal nome di Francesco.
Nella semplicità e nella condivisione che la Famiglia Francescana lo celebra e festeggia. In particolare, la comunità di Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore. In questi giorni di solennità, infatti, sarà possibile ammirare le bellezze del chiostro, ricco di affreschi realizzati dalla scuola di Francesco Solimena, e passare dei momenti di condivisione nella semplicità francescana.
Ancora oggi, il suo messaggio e la sua voce, è viva e presente. Continua a parlare a ogni generazione nel segno dell’amore, nella sua fede, per gli uomini e il creato. Francesco, infatti, innamorato del prossimo, lo si può definire come primo difensore e curatore del creato. La natura è da salvaguardare e tutelare. E il Cantico delle Creature ne è l’apice di questo suo amore.
La figura di San Francesco è amata in Oriente e Occidente. Impossibile non ricordare il suo incontro col Sultano durante l’epoca delle Crociate dove, contro ogni faziosità, riesce a vincere la paura, attraversando l’esercito saraceno, nel disprezzo dei crociati che non approvarono il suo gesto. Il sultano non poté non guardare con benevolenza l’umile santo che si era fatto portatore della possibilità di nuovi rapporti tra differenti cultura. Di questo evento cade nell’anno in corso l’ottavo centenario. E proprio in tale circostanza, Francesco passò alla storia come Principe della pace e del dialogo.