Tutti ricordano il grandioso Riccardo Pazzaglia nella scena strepitosa del film cult «Così parlò Bellavista» che inizia con una semplice domanda: scusate, che è successo? Già, che è successo? Beh, come ogni cinque anni (quando va bene, o male secondo i casi) a Pagani ci sono le elezioni amministrative.
Le amministrative, sia regionali che comunali, sono elezioni diverse dalle europee e dalle politiche, per sistema elettorale e per valutazioni degli elettori. I risultati sono spesso disomogenei o addirittura opposti. I ballottaggi poi seguono logiche del tutto particolari e molto localistiche.
Un dato ormai costante è la voglia di civismo slegato dai partiti, spesso incapaci di svolgere la funzione, fondamentale del Novecento, di mediazione sociale. Una mediazione che di fronte ad un problema nuovo o a interessi divergenti, riusciva a trovare soluzioni che in qualche modo tenessero assieme, sotto una sola bandiera, un popolo con interessi variegati; questo succedeva sia a destra che al centro come a sinistra.
Si vota in uno scenario in cui i social media e Internet imperano. Non solo quindi presenze, passeggiate, incontri, caffè, convegni e comizi. Anche un susseguirsi di video, foto, appuntamenti e messaggi dai tratti confidenziali. Ogni parola, ogni dichiarazione, rimbalza con uno stato su profilo, pagina, gruppo, evento….Parole e dichiarazioni che, ci si augura, non sconfinino mai nella diffamazione, nell’insulto o in attacchi personali. Il diritto di critica politica, infatti, è sacrosanto, se maneggiato con cura. Dunque, che sia una serena campagna elettorale per tutti i candidati e le candidate, ma soprattutto per i paganesi. Non diciamo «Vinca il migliore», ma una cosa sembra probabile e auspicabile: sarà una vittoria nel nome del cambiamento. E augurandosi, chiunque la colga, che alle parole seguiranno tanti fatti. Possibilmente, con un occhio al cavallino e uno alla macchina.