A cinque giorni dal voto decisivo per palazzo San Carlo il clima diventa sempre più rovente. Con una città attonita. Lo sviluppo e la coesione sociale passano da una reciproca fiducia tra cittadini e istituzioni
Ogni città merita una visione, ossia un’immagine di se stessa proiettata nel futuro. Una visione il più possibile condivisa, generata da una comunità. Una città che voglia riprendere a camminare verso orizzonti possibili, deve, prima di ogni altra cosa, guardarsi attraverso nuovi paradigmi culturali e sociali, politici ed economici. Pagani è stata per lunghi anni scena di scontri accesi, politicamente divisa, socialmente lacerata. Le ultime elezioni amministrative sembravano una svolta vigorosa e generosa che albergava nelle diverse energie entrate in campo negli schieramenti politici. Purtroppo gli avvenimenti successivi hanno segnato la ripresa delle ostilità. Attacchi al vetriolo, tensioni, polemiche feroci fra le forze cittadine.
Anche nella legittima dialettica politica va ritrovato il senso della misura, con rispetto del senso civico, abbassando (tutti) i toni del confronto politico, da incentrarsi sui programmi, sui problemi dei paganesi, sulle soluzioni da dare per rilanciare la città, per prima la sua economia. Bisogna discutere delle problematiche effettive, dei nodi essenziali e del territorio attraverso un confronto di opinioni che dovrebbe essere dominato dal senso civico e dalla lealtà, fuori da speciosi personalismi e miserevoli tentativi di sgambetti. I toni del dibattito politico sono invece sempre più alti e infuocati, causando sconcerto e un sempre più diffuso malessere generale.
Non è più tempo per la politica che usa etichette di comodo più che argomenti, più energie per criticare le idee altrui che per argomentare le proprie, una politica che promette e non mantiene, che grida, che minaccia, che divide, che cerca sempre e ovunque nemici, capri espiatori, scuse, sempre in cerca del facile consenso, chiusa in se stessa e a difesa dei propri interessi particolari a danno di quelli generali.
La politica ha molte responsabilità nell’arena della fiducia. Può distruggerla o crearla. La fiducia verso le istituzioni e delle istituzioni verso i cittadini è fondamentale per la coesione e per lo sviluppo. Su questo bisogna lavorare molto. Intanto si vada in massa a votare.