Rivivere la festa del patrono di Nocera Inferiore san Prisco e il corteo del ‘600 rivalutando anche i prodotti del territorio
di Christian Geniale
Una serata dove cultura e tradizioni, radici di un territorio, sentono il bisogno di essere riscoperte e vissute. S’è ne parlato ieri sera in uno dei quartieri, Vescovado, dove è custodita la storia e l’identità di Nocera Inferiore. Un incontro fortemente voluto dall’associazione Borgo Vescovado che ha sentito il bisogno di focalizzare l’attenzione sulle usanze, le iniziative e gli eventi che hanno fatto la storia di un intero territorio. Si parte in anticipo per dare nuova linfa alla festività di San Prisco, patrono della città, e far risorgere il corteo storico del maggio del ‘600. Due appuntamenti da rivalutare unendoli in un unico sforzo organizzativo e celebrativo.
Quello del maggio del ‘600 era un’appuntamento attesissimo e che vedeva coinvolti scolaresche e associazioni, impegnate nel rimettere in auge la Nocera dell’epoca barocca. “Necessario recuperare tradizioni e memoria anche attraverso i giovani – ha spiegato Lio Faiella – ecco perché il coinvolgimento delle scuole”. Nel corso della serata, che si è svolta all’interno della cappella dell’ Arciconfraternita del Santissimo Rosario vicino alla cattedrale di San Prisco, gli studenti dell‘istituto superiore Galizia hanno eseguito musiche tipiche del Seicento. E’ stato curato, invece, dall’istituto alberghiero Rea un percorso storico gastronomico dove è stato celebrato uno dei prodotti tipici del territorio, il cipollotto nocerino e su cui Gianni Anselmo ha svelato tutte le sue particolarità. Poi gli studenti hanno preparato il vino cotto, che veniva utilizzato nel ‘600 quando la peste e altre malattie rendevano l’acqua infetta e quindi non utilizzabile.
Alla serata di storia e cultura hanno preso parte il vice sindaco, Federica Fortino e il consigliere comunale Paolo De Maio. C’era anche don Mimmo Cinque, parroco della parrocchia di San Prisco. Presente anche l’imprenditore Rosario Stanzione, legato al quartiere Vescovado, dove il padre Alfonso era uno degli organizzatori della festa patronale.
Contributi: foto di Raffaele Iuliano