La città segreta svela la storia dei santi Felice e Costanza, martiri nocerini uccisi per la loro conversione al cristianesimo
di Marisa Croce
Il cristianesimo iniziò nel I secolo d.C. a seguito della predicazione di Gesù di Nazareth e dei discepoli che lo avevano conosciuto. Inizialmente si diffuse da Gerusalemme nel vicino Oriente per propagarsi poi per tutto l’impero Romano, grazie soprattutto a Saulo di Tarso (da noi conosciuto come San Paolo) il quale si convertì verso il 35 dopo Cristo e iniziò viaggi missionari sia in Asia che in Europa. Fu la sua instancabile opera che contribuì a diffondere il cristianesimo nelle popolazioni di cultura greca e romana.
Per i cittadini romani le sorti dello stato e la volontà degli dei non erano separabili e da essi dipendeva il destino dell’impero. È chiaro che le comunità cristiane che si rifiutavano di adorare sia le numerose divinità, sia l’imperatore, inteso come un dio in terra, erano visti come una minaccia per cui iniziarono le persecuzioni contro di loro. Nuceria, durante il l regno di Nerone, dal 54 al 68, era già una città molto sviluppata e anche qui si radicò ben presto una comunità cristiana.
A Nuceria vivevano Felice e la sorella Costanza i quali, ben presto, si convertirono al cristianesimo e per questo subirono il martirio fuori dalle mura della città, in aperta campagna, lungo la strada che collegava Nuceria con Stabia. Non si sa con precisione la data del martirio, chi dice il 19 settembre del 60, chi dice il 12 ottobre del 68 d.C. ma la tradizione orale colloca con certezza il luogo del loro sacrificio esattamente sotto l’attuale chiesa della Purità nell’odierna Pagani (ricordiamo che fino al 19esimo secolo era territorio nocerino).
Le reliquie dei due fratelli, i corpi ed un’ampolla col loro sangue, furono custodite in una cappella appositamente costruita, Santa Maria ad Martyres, ma furono poi trasportate alla Certosa di San Martino a Napoli. Nel capoluogo campano la celebrazione della loro festa fu spostata di tre giorni (dal 19 al 22 settembre) a causa della sovrapposizione con quella di San Gennaro.
Solo all’inizio del Novecento le reliquie furono definitivamente traslate nella chiesa madre del Corpo di Cristo a Pagani, prima conosciuta proprio come chiesa di San Felice. Le statue raffiguranti i due martiri sono presenti anche nel colonnato di San Pietro. Nocera Inferiore ricorda i due fratelli Santi Martiri dedicandogli il cavalcavia che dal quartiere Casolla conduce al quartiere Grotti e, quindi, allo stadio San Francesco e all’ospedale Umberto I.