Roberto Guarini sfida la tristezza della mascherina con la preziosità dei tessuti. “Così le persone la useranno con maggiore piacere”.
La mascherina è arrivata! Ieri nella mia cassetta della posta ho trovato i dispositivi di protezione inviati dalla Regione Campania. Li ho portati a casa e mia figlia mi ha subito detto: “Mamma dobbiamo decorarla un po’”. E come? E, mentre pensavo a un modo simpatico ma sicuro per rendergliela originale, mi sono imbattuta nelle fashion mascherine di Roberto Guarini, creatore del marchio Nemesy.
“Mascheriamoci…ma con stile” E’ questo l’invito lanciato dal mio amico stilista sul suo profilo Whatsapp, un modo per sdrammatizzare e incentivare all’uso di un dispositivo di protezione che, oltre a tutelare noi, salvaguardia gli altri. Ovviamente le sue non garantiscono nessuna protezione e Roberto è il primo a sottolineare questo particolare, ma sicuramente serviranno a rendere più piacevole l’uso di questo dispositivo obbligatorio, da domani, per potersi spostare su tutto il territorio regionale.
Quando lo chiamo per sapere come è nata l’idea di queste mascherine che sono più delle cover, delle coperture da posizionare su quelle protettive, Roberto mi racconta che tutto è nato per caso. “Volevo realizzare una mascherina per me” mi racconta. Cercando tra campionari di stoffe preziose che usa per confezionare i suoi abiti e ritagli che conserva da circa vent’anni, ha trovato scampoli di stoffa che, sotto le sue agili ed esperte mani, sono diventate mascherine che strizzano gli occhi all’alta moda.
“Una settimana fa mi sono messo a lavoro – continua – e a oggi ne ho realizzate circa 70. Le prime 40, pubblicate sui social, sono andate già via. Acquistate da amici e clienti al prezzo simbolico di 10 euro, simbolico considerato il tessuto utilizzato”.
Quello che potrebbe sembrare un passatempo per un “sarto” costretto a chiudere bottega per la pandemia, in realtà si è rivelato uno strumento di resilienza, un modo per allontanare le preoccupazioni e gli interrogativi legati a un futuro ancora incerto.
“Non posso immaginarmi senza fare niente ad aspettare che faccia notte – dice – e così la scorsa settimana ho iniziato a realizzare queste mascherine”. Una a una, sapientemente create a mano, dedicando il tempo necessario a confezionarle, quel tempo che rimanda indietro, a pochi mesi fa, quando, inconsapevole di quello che ci avrebbe travolto in modo così inaspettato, Roberto dedicava le sue energie alla sposa o alla prossima diciottenne che si affidavano a lui per rendere indimenticabile uno dei giorni più importanti della loro vita. Le ultime misure, le ultime modifiche affinché ogni donna potesse sentirsi protagonista per un giorno.
Adesso che i compleanni sono stati festeggiati nel chiuso delle quattro mura domestiche e i matrimoni rinviati, Roberto è incerto sul futuro della sua attività. “Non riesco ad immaginare cosa succederà, non so se il 18 maggio riaprirò – mi confida un po’ sconfortato – Credo di riprendere a settembre, ma è ancora tutto così in forse”. E intanto continua a confezionare le sue mascherine, a rendere accessorio di moda un dispositivo di protezione, a creare. A trasformare in trend qualcosa di banale, sognando e immaginando i prossimi modelli della sua futura collezione a cui, conoscendolo, non rinuncerà.