L’infermiera si era opposta all’ingresso in pronto soccorso pediatrico del padre di una bambina. La Fials “basta con questo massacro”
Ancora violenza nei confronti di un operatore sanitario. L’ennesimo episodio si è verificato in pediatria all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. In reparto è attivo anche un servizio di pronto soccorso pediatrico. Ad avere la peggio è stata un’infermiera che è stata aggredita dal padre di una bambina che voleva entrare in reparto dove già c’era la moglie che aveva accompagnato la piccola. L’operatore sanitario ha dovuto far ricorso alle cure dei colleghi del pronto soccorso per alcune escoriazioni e un trauma ad una caviglia. Ne avrà per otto giorni.
“L’uomo – racconta un collega – dopo aver insistentemente bussato alla porta di pediatria, è riuscito a farsi aprire dall’infermiera travolgendola e facendola cadere a terra. La donna ha riportato graffi sul volto e un colpo ad una caviglia da poco operata chirurgicamente. L’aggressore voleva raggiungere la moglie che era in reparto dove gli operatori sanitari stavano curando la loro bambina. Si trattava di un intervento in pronto soccorso pediatrico.
La segreteria provinciale della Fials ha chiesto alla direzione strategica dell’Asl Salerno di “mettere fine a questo massacro”. Il sindacato ha ribadito la necessità che l’attività di pronto soccorso pediatrico non venga effettuato in reparto ma nei locali del pronto soccorso che si trovano al piano terra del presidio ospedaliero. “Qui – ribadisce la Fials – c’è una stanza che resta chiusa e che potrebbe servire a tale scopo. In questo modo si evita che i piccoli pazienti, che hanno necessità di cure urgenti, finiscano in reparto dove ci sono già altri ricoverati oltre ai familiari che li accompagnano. Tra l’altro l’attività di pronto soccorso pediatrico, anche se regolarmente svolta nel reparto di pediatria, non viene riconosciuta nell’atto aziendale”.
“Le continue aggressioni ad operatori sanitari – continua la nota della Fials – sono ormai un allarme sociale che mette a rischio la sicurezza del personale sul luogo di lavoro. Più volte abbiamo chiesto la presenza di un drappello di polizia, ma finora abbiamo registrato un assordante silenzio. È necessario garantire un ambiente di lavoro sicuro e adeguato, in modo da poter fornire le prestazioni sanitarie necessarie senza mettere a rischio la vita e l’incolumità dei professionisti della salute”.
Il sindacato ha anche sottolineato la necessità di superare le criticità del personale in servizio. “L’ospedale Umberto I – dichiara la segreteria provinciale della Fials – non riesce più a far fronte alle enormi richieste di prestazioni sanitarie”. La denuncia parla di “pronto soccorso intasato, pazienti costretti ad attendere ore per essere assistiti anche per la mancanza di barelle e spesso vengono ricoverati in letti disposti nei corridoi di diversi reparti”.
La Fials ha chiesto un incontro urgente con la direzione strategica dell’Asl Salerno, la direzione sanitaria dell’Umberto I e con gli altri sindacati “al fine di affrontare l’emergenza sanitaria e creare una rete di assistenza sanitaria efficace attraverso una programmazione chiara e ben definita che garantisca il diritto alla salute di tutti i cittadini”. L’organizzazione sindacale ha fatto anche un appello “a tutte le forze politiche di intervenire tempestivamente, al fine di definire processi assistenziali e dare un vero e proprio impulso alla medicina territoriale”.