Indaga la polizia municipale, secondo i primi rilievi non sarebbero reperti recenti ma ossa di religiosi che vivevano nel convento
“Sono ossa datate, certamente non appartenenti a persone decedute recentemente. Sarà, comunque, l’analisi al carbonio 14 a datarle con certezza”. Lo ha detto il comandante della polizia municipale di Nocera Inferiore, Fulvio Testaverde dopo il sopralluogo effettuato questa mattina nel complesso monumentale di San Giovanni in Parco a Nocera Inferiore. Nelle prossime ore l’ufficiale invierà un’informativa con i risultati delle prime indagini alla Procura della Repubblica.
A trovare i resti umani sono state due guardie zoofile intervenute per mettere in salvo una cagna gravida che, secondo le segnalazioni di un residente di via Solimena, si aggirava in zona. I due volontari, invece, in un sotterraneo dell’antico monastero benedettino hanno trovato una busta di plastica nera con delle ossa frantumate e una cassetta in ferro con un cranio, altre ossa ben conservate, una croce in legno. Il contenitore sembra essere di quelli usati nei cimiteri. Poco distante c’era anche una cornice adornata con fiori secchi.
I tanti interrogativi e i riti satanici
Sul luogo del ritrovamento sono arrivati anche i carabinieri che hanno effettuato dei sopralluoghi insieme alla polizia municipale. Restano, però, i dubbi. Cosa ci facevano quelle ossa umane nell’ex cantiere di San Giovanni in Parco? Come mai sino a oggi nessuno le aveva viste nonostante i lavori di riqualificazione del monumento? Se a trovarle sono stati gli operai che lavoravano nel cantiere perché non ne hanno dato notizia abbandonandole incustodite in quel sotterraneo? Sono davvero resti risalenti all’epoca, ormai remota, di quando San Giovanni in Parco era abitato dai monaci benedettini?”.
Qualcuno ha anche ipotizzato che possano essere state portate successivamente la chiusura del cantiere avvenuta nel 2015. Tra l’altro l’accesso all’area, come si è constatato in queste ore, non era interdetta da cancelli o altri ostacoli. E quelle ossa potevano servire per messe nere e riti satanici.
La storia
Le origini di San Giovanni in Parco risalgono all’anno mille quando alcuni monaci decisero di stabilirsi sulle pendici della collina di Sant’Andrea. Nel 1220 Federico II di Svevia vi edificò un ospedale per la presenza nelle vicinanze dell’attuale via Solimena del rio Saltera dei corvi che forniva l’acqua necessaria anche alle esigenze igieniche ospedaliere affidandolo ai monaci benedettini. Nel 1700 la struttura prese l’attuale forma diventando un vero monastero. Quando nel 1809 Napoleone abolì i monasteri, la struttura fu acquistata dal padre del letterato nocerino Saverio Costantino Amato. Vi trovò rifugio Gioacchino Murat in fuga da Napoli.
All’inizio degli anni 2000 il sindaco Aldo Di Vito lo acquisì al patrimonio comunale affidandone il consolidamento per una futura completa riqualificazione all’architetto Mario Di Sessa. Le successive amministrazioni Romano e Torquato nel corso degli anni hanno effettuato dei lavori per evitarne il degrado. L’ultimo intervento risale al 2015.
Poi il silenzio sino a quando, nel 2022, il sindaco Manlio Torquato ha candidato il completo restauro dell’area monumentale ai fondi del Pnrr ottenendo un finanziamento di cinque milioni di euro. Toccherà, ora all’amministrazione guidata dal sindaco Paolo De Maio di avviare l’opera di riqualificazione. Il sito è suddiviso in due lotti, il primo, per una somma di circa 320 mila euro, consisterà nella rigenerazione e recupero della scalinata di accesso e degli ambienti esterni, compreso un intervento per l’impiantistica di illuminazione. Il secondo lotto, invece, sarà l’intervento più corposo, previsto nel 2024, e vedrà il pieno recupero dell’interno complesso monumentale.