Invasione di zanzare all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Lotta impari nonostante le sanificazioni. La denuncia di D’Angelo
I segni sono ancora evidenti sul corpo, braccia, gambe, perfino testa. Sono le punture di zanzare che “mi hanno martoriato in quei pochi giorni che sono rimasto in ospedale a Nocera Inferiore ricoverato in Cardiologia”. A raccontare la sua disavventura è Franco D’Angelo, l’ex sindaco che 20 anni fa accolse Papa Giovanni Paolo II nella sua storica visita a Nocera Inferiore. Ma non è la sola vittima del fastidioso insetto. Sono in tanti a raccontare quella che pare ormai un’invasione, anche i dipendenti dell’Asl Salerno in servizio all’Umberto I.
Le tracce delle zanzare non sono soltanto sul corpo delle vittime ma anche sulle pareti delle stanze dei reparti. Macchie di sangue, segni di caccie notturne, sono più che evidenti soprattutto vicino ai letti di degenza. “Ho dormito poco come tanti – racconta D’Angelo – per la quantità di zanzare che volavano per le stanze ed il corridoio. Aggredivano poco durante il giorno ma diventavano rapaci la notte, avide e precise quando succhiavano il sangue umano. Per difendermi dagli attacchi mi avvolgevo nel lenzuolo di copertura e coprivo la testa con un asciugamano”. Ma non è bastato. “Nonostante questi accorgimenti nella battaglia quotidiana durata per fortuna solo due giorni – continua l’ex sindaco – ho riportato una quarantina di bolle di colore rosso che ancora mi prudono nonostante l’uso di creme. Segni evidenti delle lotte sono le strisce di sangue impresse sulle pareti”.
L’allarme arriva anche da altri reparti, in particolare quelli che si trovano ai piani più bassi dell’edificio. Nell’ultimo fine settimana, per colpa della pioggia, le zanzare sono aumentate “soprattutto nei reparti che si trovano sopra la cappella”, racconta un infermiere. Segnalazioni sono arrivate anche dal reparto di pediatria. Il direttore sanitario è al corrente del disagio. “Continuiamo a fare interventi di sanificazione – ha detto Maurizio D’Ambrosio – e siamo in attesa che vengano montate zanzariere agli infissi”.
D’Angelo, però, non si ferma soltanto alle scorrerie delle zanzare. “Nella sala del triage – racconta – non sono rispettate le distanze tra le persone, le sedie sono troppo vicine e la pulizia dei locali è poco curata. Le carrozzelle per trasportare gli ammalati che non possono camminare sono quasi tutte rotte. Agli ammalati non vengono distribuite mascherine e guanti che sono indispensabili in questo periodo. Ho voluto evidenziare queste carenze al solo scopo di difendere l’immagine di un ospedale di antica storia e la professionalità dei tanti che quotidianamente si prodigano per aiutare chi è sfortunato, attirare l’attenzione di chi sa e può risolvere questi problemi, ma si distrae. Ed essere di monito a chi è amante del detto tira a campare, chi te lo fa fare. A me non va di tirare a campare soprattutto quando si parla di salute”.