In manette un ufficiale giudiziario, chiedeva sesso e soldi in cambio di favori, nei guai anche avvocati e imprenditori
Rallentava le procedure di sfratto in cambio di sesso. Ma aveva anche creato una rete di corruzione con avvocati, imprenditori e privati cittadini pronti a pagare pur di avere favori. Per questo motivo un ufficiale giudiziario in servizio al tribunale di Nocera Inferiore è stato arrestato. È recluso nella sua abitazione. A chiedere la misura restrittiva è stata la procura della Repubblica guidata dal procuratore Antonio Centore che aveva chiesto l’arresto in carcere. La procura aveva proposto misure restrittive anche per gli altri indagati tra cui avvocati e imprenditori ma il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto di non assecondare la richiesta. Per questo motivo la procura della Repubblica ha presentato appello.
Questa mattina a notificare il provvedimento sono stati i carabinieri della sezione operativa del reparto territoriale dei carabinieri di Nocera Inferiore e uomini del nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Salerno.
Sarebbero due, secondo le indagini, gli episodi di violenza sessuale e concussione. Le vittime sono due donne che, di fronte all’immediato sfratto dalla propria casa, avrebbero ceduto alle richieste dell’uomo. Tra l’altro è emerso che le vittime erano in condizione di gravissimo disagio socioeconomico.
LA RETE DI CORRUZIONE
L’ufficiale giudiziario, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva creato un sistema di corruzione che gli avrebbe consentito notevoli guadagni. Infatti gli sono stati sequestrati titoli e depositi bancari per un valore di 150 mila euro ritenuti sproporzionati alle fonti di reddito leciti dell’indagato. Sequestrata anche una moto.
Nell’inchiesta sono finiti imprenditori, avvocati, e privati i quali, secondo le indagini, hanno preso parte agli accordi di corruzione. I reati di cui l’impiegato deve rispondere sono concussione sessuale aggravata, violenza sessuale aggravata, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione in atti giudiziari, peraltro emersi entro un breve lasso di tempo e cioè tra luglio e novembre del 2022. La posizione dell’indagato è ritenuta dalla procura ancora più grave “per il ruolo di operatore dell’apparato giudiziario cui è devoluta la cura di una fase decisiva del procedimento civile, cioè quella dell’esecuzione forzata, snodo essenziale al fine di assicurare effettività all’attività svolta in sede di cognizione e consentire alla parte vittoriosa in giudizio di conseguire iol bene della vita anelato”, ha dichiarato il procuratore Centore.