Alle corde il reparto di Chirurgia dell’ospedale metelliano. D’Amato “massima attenzione”. Dall’opposizione “possibili ricadute anche al pronto soccorso”
“Massima attenzione per l’ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo, supereremo le criticità”. A dirlo è stato il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria “Ruggi d’Aragona”, Vincenzo D’Amato, che ha voluto rassicurare il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, sulla situazione di difficoltà che è chiamato a far fronte il reparto di Chirurgia, sottolineando che “sarà investito il massimo impegno per superare la situazione che si è andata a creare nel più breve tempo possibile”. L’azienda ospedaliera è in continua interlocuzione col Comune metelliano, interfacciandosi anche con il consigliere con delega alla Salute, Armando Lamberti, e il presidente della commissione Sanità, Paola Landi.
Il reparto del presidio ospedaliero della città metelliana dovrà fare i conti con il venir meno di due chirurghi strutturali, andando dunque a ridurre il numero di medici specialisti a tre. Una situazione davvero particolare, dovuta dagli esiti negativi dei concorsi banditi per l’area chirurgica che non hanno consentito di porre rimedio. “L’amministrazione – fanno sapere da palazzo di città – è ben consapevole del disagio e delle preoccupazioni che vive la nostra comunità e ritiene di sostenere con determinazione l’impegno dei vertici aziendali e di tutto il personale sanitario. Il direttore D’Amato ha anche pubblicato avvisi di mobilità e avvisi di impiego temporaneo e sta valutando la possibilità di attingere a graduatorie in essere presso altre strutture”.
Sulla vicenda ha manifestato le sue preoccupazioni anche il consigliere di minoranza Raffaele Giordano che ha chiesto a sindaco e delegato alla Salute di sollecitare i vertici ospedalieri “per le gravi defezioni del reparto di Chirurgia che ne mettono seriamente a rischio il funzionamento”. “Era una cosa preventivata da tempo – ha scritto il consigliere del gruppo consiliare Siamo Cavesi – e nessuno ha fatto niente. Anche i comitati e i cittadini hanno sollevato la questione”. La riduzione di personale ha comportato la diminuzione dei posti letto da 15 a 8 e la sospensione delle attività ambulatoriali. “Con questo scenario – ha aggiunto Giordano – il servizio di chirurgia è seriamente messo a rischio e ne potrebbero risentire anche le attività di pronto soccorso”.
Per porre rimedio alla carenza di personale, l’esponente politico di Siamo Cavesi ha suggerito come soluzione tampone “di effettuare una ricognizione dei medici chirurghi dell’azienda o extra e con ordini di servizio da coprire almeno la pronta disponibilità per assicurare gli interventi, mentre per i turni ordinari utilizzare i medici in formazione specialistica sfruttano anche il decreto Cartabia”.