Le acque esondate dal Mannara hanno invaso case e terreni. De Prisco “chiesto lo stato di calamità naturale”
Dopo il flagello di ieri che ha messo in ginocchio gran parte dell’Agro nocerino sarnese, questa mattina sono partiti nelle diverse città i sopralluoghi per verificare nel dettaglio le conseguenze del maltempo. A Pagani i tecnici del Comune, insieme a quelli del Consorzio di bonifica, si sono recati nelle zone dove il Mannara è esondato, provando allagamenti di case della zona rurale della città, tra cui le due traverse Mannara, via Zeccagnulo e parte di via Filettine.
In particolare le criticità registrate sulle traverse Mannara sono attribuibili alla rottura dell’argine dell’Alveo Comune Nocerino nel tratto Valle della Vasca di Nocera Inferiore. Le acque fuoriuscite dall’argine, così come descritto dai tecnici, si sono mosse in direzione Pagani, allagando diverse case, scantinati e invadendo i terreni coltivati circostanti. Per questa ragione da palazzo di città è stato raccomandato di non utilizzare i prodotti ortofrutticoli provenienti dalle zone investite dall’alluvione di ieri, prima di dovuti accertamenti da parte dell’Arpac.
“Il Comune provvederà a chiedere lo stato di calamità naturale – ha detto il sindaco Lello De Prisco – e sarà vigile nei contatti con Genio Civile, Consorzio di bonifica e tutti gli Enti preposti al governo del territorio in materia idraulica. Già sono in corso i lavori di ripristino e di messa in sicurezza con urgenza dell’argine scalzato – ha aggiunto – al fine di mettere in sicurezza quel punto e salvaguardare il più possibile l’area in prospettiva anche dei possibili prossimi eventi di pioggia intensa”. A tal riguardo, il primo cittadino ha disposto il prosieguo delle attività da parte del Centro operativo comunale, in caso di possibili emergenze.
Da questa mattina, inoltre, quattro squadre della protezione civile Papa Charlie, in sinergia con il Punto di Baronissi, hanno avviato le attività di svuotamento degli stabili alluvionati, con priorità a quelle adibite ad abitazioni, al fine di poter permettere alle famiglie evacuate di rientrare il prima possibile alle proprie case.