Le campane del santuario di Pompei hanno suonato a festa per l’intera giornata in segno di giubilo per la notizia arrivata da Roma, Bartolo Longo, fondatore della cittadella mariana, sarà santo. Nonostante ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma, papa Francesco convocherà un Concistoro per la canonizzazione di due beati, tra questi Longo.
«Ogni parola sembra incapace di spiegare tutta la nostra commozione e la gratitudine per il Papa che, pur in un momento di sofferenza ha voluto concedere a tutti i devoti della Madonna di Pompei, ovunque nel mondo, questa grande gioia. A Pompei amiamo il Papa in modo speciale e profondo e preghiamo per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo, dal Cielo, ascoltino la nostra invocazione e il Santo Padre torni alla quotidianità del ministero petrino». Lo sottolinea l’arcivescovo di Pompei, Monsignor, Tommaso Caputo, dopo aver appreso la notizia. «Bartolo Longo – ricorda – fu beatificato il 26 ottobre 1980 e, già negli anni successivi, una moltitudine di persone ha espresso un’esigenza del cuore: vedere il Fondatore canonizzato. In tanti hanno pregato intensamente secondo questa intenzione, in tanti si sono rivolti al Beato chiedendo la sua intercessione nei frangenti più difficili della loro vita».
Nacque il 10 febbraio 1841 a Latiano, un piccolo centro della Puglia e la sua famiglia, che godeva di un certo benessere, gli diede una buona educazione culturale e religiosa, permettendogli di studiare fino al raggiungimento della laurea in giurisprudenza, conseguita presso l’Università di Napoli nel 1864. Negli anni successivi visse una fase di forte turbamento interiore – come scrive il Dicastero per le Cause dei santi – che gli provocò una profonda crisi, ma tornò alla fede grazie alla guida spirituale di alcuni sacerdoti, tra i quali il domenicano padre Alberto Radente. Dopo la conversione si impegnò nel promuovere opere di carità e si dedicò alla preghiera.
Frequentando il cenacolo di spiritualità animato a Napoli dalla nobildonna Caterina Volpicelli, conobbe la contessa Marianna Farnararo, vedova De Fusco, proprietaria di diversi terreni presso la Valle di Pompei. In quanto amministratore dei beni della contessa s’impegnò perché la gente del luogo, che viveva in situazione di grande povertà economica, culturale e religiosa, avesse una formazione religiosa e con l’aiuto di alcuni sacerdoti fondò una Confraternita del Rosario, come strumento d’aggregazione alla quale seguirono diverse iniziative legate alla recita del Rosario. Nel 1875 portò a Pompei una immagine della Madonna e nel 1876 avviò la costruzione di un santuario che il 7 maggio 1891 fu consacrato alla Madonna del Rosario.
Nel corso degli anni la notorietà del Santuario si accrebbe, attirando molti pellegrini, mentre egli si adoperò per offrire assistenza agli orfani e ai figli dei carcerati. Insieme alla contessa De Fusco, divenuta sua moglie, nel 1893 donò la proprietà del santuario a Papa Leone XIII che lo trasferì sotto il governo della Santa Sede, lasciandone ai coniugi l’amministrazione. «Attraverso la scrittura e la diffusione di libri, opuscoli e riviste, Bartolo Longo – riferisce ancora il Dicastero dei santi – divulgò la devozione alla Madonna del Rosario di Pompei». Il Papa Pio XI gli conferì la Gran Croce dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Morì il 5 ottobre 1926 e i suoi funerali videro una grande partecipazione di popolo. Fu beatificato da San Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.
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