Tir fermi per l’aumento della benzina, corsa ai supermercati, scaffali vuoti, file ai distributori e i prezzi vanno su per la guerra
Dopo l’annunciato sciopero degli autotrasportatori, che è iniziato proprio questa mattina nella nostra regione, i cittadini salernitani non hanno esitato a giocare d’anticipo, facendo incetta di beni di prima necessità nei supermercati. Il risultato è già evidente in molti supermercati dove gli scaffali con pasta, farina, olio di semi, pomodoro pelati ed acqua sono già vuoti.
Un dipendente di un supermercato del centro di Cava de’ Tirreni, però, rassicura i clienti dicendo che la catena di negozi presso cui lavora non ha esaurito le scorte di beni primari. “Per quanto riguarda lo sciopero – spiega – noi non abbiamo notizie certe in quanto l’azienda non si è pronunciata in merito. Farina e pasta, intanto, vanno a ruba e i prezzi sono aumentati ovunque. I nostri clienti, però, non dovranno temere di rimanere senza cibo, siamo ben organizzati e lunedì caricheremo sia pane sia latte.”
Intanto i prezzi continuano ad aumentare come quelli della pasta. Alla luce della guerra russo ucraina, il costo di un pacco di pasta, nel giro di 15 giorni, non solo è aumentato, ma addirittura raddoppiato. I due granai d’Europa, ora in guerra, non hanno modo di esportare e dunque, affermano gli esperti, il peggio dovrà ancora arrivare. Entro fine mese un chilo di pasta costerà in media €1,52, il che significa che l’aumento sarà del 38% rispetto ai prezzi che siamo abituati a conoscere.
L’amministratore delegato di Pasta Divella, Vincenzo Divella, conferma al quotidiano di Confindustria il rincaro dei pezzi. “A dicembre gli stabilimenti produttivi si sono fermati per 15 giorni e nessuno ha comprato grano. – afferma Divella – Ma già ieri, alla Borsa merci di Bari c’è stato un aumento del 6%. I pastifici riaccendono i motori e subito il prezzo del grano risale. Poi c’è un’altra cosa che mi preoccupa: basterà il grano nazionale, fino a giugno?”.

Il rincaro del carburante, che, effetto collaterale della guerra, sta paralizzando l’Italia da nord a sud, ha costretto le aziende degli autotrasporti a scioperare, bloccando temporaneamente la distribuzione e le consegne. La protesta è nata per la necessità condivisa di un abbassamento dei prezzi della benzina che ormai ha sfiorato vette che oscillano attorno ai €2,50 al litro.
Non è ancora chiaro per quanto tempo potrebbe durare il fermo trasporti, si ipotizza fin quando il governo non prenderà seri provvedimenti in merito. Ne conseguirà, come hanno intuito i salernitani, una riduzione delle scorte di beni di prima necessità e soprattutto un ulteriore innalzamento dei prezzi. (Valeria Boccara)