Da domani anche nelle chiese della diocesi di Nocera cambia la preghiera del Padre Nostro. Durante la Messa più “fratelli e sorelle”
L’inizio del nuovo anno liturgico porta, a partire da domani, novità nella celebrazione della Messa. Con la prima domenica d’Avvento sono molte le chiese che utilizzeranno il nuovo Messale romano, la guida per i fedeli nel percorso di preghiera. Ma non cambia solo il Padre Nostro. Sarebbe limitato ridurre le tante novità che contiene questa terza edizione del Messale ed è senz’altro l’edizione di maggior impatto sul “popolo delle parrocchie”. All’inizio, infatti, potrà risultare non semplice adattarsi alla nuova traduzione delle preghiere che accompagnano il cammino religioso. Non sarà, certamente, un approccio veloce per chi è avanti con l’età, e per chi ha vissuto anche il periodo della celebrazione eucaristica in latino. Per i bambini, di sicuro, non sarà un problema, soprattutto per quelli che, Covid permettendo, hanno intrapreso l’inizio del catechismo. Sarà, dunque, compito dei più giovani, a farsi da catechisti con i più anziani, riscoprendo così anche la prima forma di catechesi, quella tra le mura di casa.
Il nuovo Messale farà il debutto anche nella diocesi Nocera-Sarno anticipando i tempi. Infatti il suo uso diventerà obbligatorio dalla prossima Pasqua, ossia il 4 aprile 2021. “Una Chiesa che celebra, educata dal Messale, è una Chiesa esodale che anela all’avvento, colto nel sorriso dei bimbi e nelle piaghe dei sofferenti. Esce dalla schiavitù del peccato e, pur tra mille erramenti, cammina verso la terra promessa, che è Gesù Cristo, il Signore della storia”. A dirlo è stato il vescovo Giuseppe Giudice che ha voluto annunziare alla comunità di fedeli le importanti novità. Modifiche che riguardano anche i celebranti nel corso della celebrazione eucaristica con nuovi formulari.
Alcune delle novità introdotte
Tra le novità introdotte ce n’è una che riguarda il Padre Nostro che, su sollecitazione di Papa Francesco, cambia nel punto in cui i fedeli hanno finora invocato Dio con la frase “non indurci in tentazione” che lascia il posto a un più corretto “non abbandonarci alla tentazione”. Cambia anche il Gloria che avrà la nuova formulazione “pace in terra agli uomini, amati dal Signore” che sostituisce gli “uomini di buona volontà” e sarà preceduto dalle invocazioni che saranno recitate in greco con “Kýrie, eléison” e “Christe, eléison” sull’italiano “Signore, pietà” e “Cristo, pietà”. Più inclusivo il Confiteor dell’atto penitenziario, che non si rivolge più solo agli uomini: “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…” e “supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…”. L’aggiunta linguistica a lungo attesa è presente ogni volta il sacerdote si rivolge all’assemblea dicendo “fratelli”. Il rito della pace conterrà la nuova enunciazione “Scambiatevi il dono della pace” che subentra a “Scambiatevi un segno di pace”. Ma c’è da attendere la fine della pandemia per poterla mettere in pratica. A conclusione della celebrazione, il congedo sarà più sobrio con la formula “Andate e annunciate il Vangelo del Signore “.