Nonostante la decisione del tribunale il 17enne di Pagani, affetto da distrofia muscolare, non ha ancora riprendere le cure. L’avvocato “andiamo avanti”
A sei giorni dalla pronuncia del tribunale Andrea non ha potuto ancora riprendere le cure riabilitative. E, dicono i medici, le conseguenze per la sua salute sono gravi. Stiamo parlando del ragazzo di 17 anni di Pagani, il nome è di fantasia, affetto dalla più grave delle distrofie muscolari. Il giovane è senza terapie dallo scorso primo ottobre. E’ la conseguenza del raggiungimento del tetto di spesa. Per questo motivo l’Asl Salerno non ha consegnato ai genitori il consueto piano terapeutico, interrompendo di fatto le terapie, di importanza vitale per il diciassettenne.
Le raccomandazioni del Policlinico Gemelli
Andrea è in cura da quando aveva 5 anni e, nel tempo, ha stretto un rapporto di amicizia e complicità con il terapista del centro presso cui è in cura, Luca Maiorino, che lo segue passo passo anche nella terapia sperimentale iniziata da quasi tre anni. Il giovane paziente necessita – come da certificato rilasciato dal Policlinico Gemelli di Roma – di un “trattamento riabilitativo continuativo per l’ulteriore prevenzione di perdite funzionali e contratture muscolari”.
Per questo motivo, considerata l’importanza vitale delle terapie per Andrea, i suoi genitori, preoccupati dal diniego dell’Asl, si sono rivolti all’avvocato Domenico Vuolo. Il legale della famiglia, dopo una diffida all’azienda sanitaria locale, ha depositato un ricorso al tribunale di Nocera Inferiore che il 24 ottobre si è pronunciato con sentenza del giudice monocratico Raffaella Caporale. Nello stabilire la data del 14 novembre per l’udienza delle parti, il giudice ha anche ordinato all’Asl nel frattempo di autorizzare le cure per Andrea.
L’avvocato Vuolo “andremo avanti”
“Il giudice – si legge nella sentenza – ordina all’Asl Salerno e al responsabile dell Unità operativa assistenza riabilitativa del distretto sanitario 60 di autorizzare la terapia riabilitativa”. L’avvocato Vuolo sta studiando le prossime mosse. I genitori di Andrea non si capacitano: “Parliamo di un ragazzo affetto da una patologia; è un uomo, per loro probabilmente è solo un numero”.