L’impianto resterà fermo per 40 giorni. C’è preoccupazione per le 82 mila tonnellate di spazzatura da smaltire. I sindaci incrociano le dita
Ieri nel termovalorizzatore di Acerra è stata bruciata l’ultima ecoballa di rifiuti. Da oggi, e per i prossimi 40 giorni, l’impianto resterà fermo per manutenzione ordinaria, un intervento che va fatto ogni 10 anni. E, questi appena passati, sono i primi da quando è in funzione il termovalorizzatore, l’unico di cui è dotata la Campania.
Da questa mattina è operativo il piano regionale per evitare l’ennesima emergenza rifiuti. L’obiettivo è coprire tutte le esigenze relative alla gestione dei rifiuti nel periodo di fermo dell’impianto di Acerra. Sono stati stabiliti i siti dove verranno depositati temporaneamente i rifiuti.
Si è calcolato che per i prossimi 40 giorni bisognerà far fronte a 82 mila tonnellate di frazione secca dei rifiuti su base regionale, 40.000 tonnellate saranno evacuate fuori regione, le restanti 42.000 tonnellate saranno destinate a depositi temporanei per un periodo non superiore a 90 giorni. I depositi temporanei sono distribuiti nelle diverse province, secondo il principio di prossimità.
I siti individuati sono Casalduni, Caivano, San Tammaro, Polla, per un quantitativo complessivo pari al 70% del fabbisogno. Per il restante 30% saranno utilizzate aree ubicate all’interno degli Stir esistenti in Regione.
Anche i singoli Comuni si stanno attrezzando per evitare la crisi. Sono stati individuati siti di stoccaggio temporaneo nel caso il piano regionale mostrasse delle criticità. E’ stata anche avviata una massiccia campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta ai cittadini, L’obiettivo è separare il più possibile la spazzatura per ridurre la frazione indifferenziata. Molti amministratori, comunque, incrociano le dita.