“I Comuni interessati sono stati mal consigliati. Non sapevano che il tributo sarebbe stato più economico”
Il Consorzio di bonifica integrale del Sarno farà appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar di Salerno in merito all’aggiornamento del Piano di classifica degli immobili e il conseguente ricalcolo del riparto del contributo consortile. Della vicenda si era parlato nei giorni scorsi in merito alla bocciatura da parte della giustizia amministrativa che ha ritenuto illegittimo l’aggiornamento in quanto compete al Consiglio del Consorzio e non al commissario che all’epoca era Maria Rosario D’Angelo.
“Il Piano di classifica – recita una nota del Consorzio – era stato aggiornato per tener conto delle notevoli mutazioni avvenute nel comprensorio dal 1996 (anno di redazione del piano tuttora vigente) ad oggi, al fine di garantire all’utenza un riparto più puntuale ed equo del contributo di bonifica”.
“Con l’occasione si era anche precisato, qualora ce ne fosse stato bisogno e nell’esclusivo interesse dei consorziati che la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua naturali (fiume Sarno, Torrente Cavaiola e Solofrana e delle opere idrauliche, così come previsto dalle leggi nazionali e regionali vigenti e così come accade in tutte le regioni italiane ed anche nella stessa Campania) non è di competenza del Consorzio, ma della Regione Campania.
Inoltre “il ruolo di bonifica del corrente anno 2019, regolarmente approvato dalla Regione Campania, sulla base del vigente Piano di Classifica, è quindi del tutto legittimo, tanto per rispondere alle domande di chiarezza avanzate da alcuni amministratori locali”, precisa la nota.
“Si fa presente, infine, sottolineano dal Consorzio di bonifica, che i comuni ricorrenti, forse mal consigliati, non si sono resi conto che il nuovo Piano di Classifica avrebbe comportato importi del tributo di bonifica cui sono soggetti i proprietari degli immobili in essi ricadenti, sensibilmente più bassi di quelli applicati con il Piano vigente: non dovrebbero, pertanto, essere così soddisfatti di una vittoria che non tutela gli interessi dei cittadini amministrati”.