L’associazione Controcorrente ritiene troppo leggere sanzioni e pene per chi inquina il fiume Sarno. Registro dei tumori, ritardi inaccettabili
Le sanzioni sono blande, le reti fognarie restano progetti sulla carta, le informazioni sull’ormai certa relazione tra inquinamento e tumori sono vecchie di anni. Sono alcuni degli appunti che le associazioni ambientaliste hanno mosso all’indomani “delle seppur ottime notizie che arrivano dal fronte delle indagini dei carabinieri sull’inquinamento del fiume Sarno”. Portavoce di questo malcontento sono gli attivisti di “Controcorrente, per il Sarno che verrà” che fanno parte del coordinamento “Sarno 2020”.
“Le sanzioni comminate alle industrie che sversano rifiuti tossici nei nostri fiumi sono pressappoco ridicole, inadeguate per la connotazione deterrente che dovrebbero avere in sè – ha detto Gaetano Maria Iannone, presidente del gruppo – nulla più di un sassolino in una scarpa, visti gli enormi introiti economici di certe realtà industriali”. Non va meglio per i lavori di realizzazione della rete fognaria e del collettore verso i depuratori da fare a Nocera Inferiore, “siamo fermi alle chiacchiere e alle medaglie di cartone di cui si fregiano alcuni consiglieri regionali che ancora tardano a sbloccare fondi già vincolati ed assegnati alle opere da realizzare. Attendiamo che presto arrivino i fatti, in assenza di ciò è molto meglio il silenzio”.
Critiche anche ai dati del Registro dei tumori che sono “difficilmente reperibili e non aggiornati da diversi anni”. “Il lavoro su questo progetto – ha continuato Orlando – avrebbe una funzione chiave per individuare i luoghi di maggiore criticità a livello regionale ed aiuterebbe immensamente la ricerca e le istituzioni sanitarie ad adottare misure adeguate a salvare vite”. In una nota inviata al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, l’associazione prende atto dei passi in avanti fatti in tema di controlli “ma bisogna continuare senza alcun indugio sulla strada intrapresa”.
Dal suo canto il ministro ha espresso “soddisfazione per i risultati delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalle procure della Repubblica di Nocera, Avellino e Torre Annunziata”. La svolta sui controlli antinquinamento è arrivata immediatamente dopo il lockdown di primavera. Sono state proprio le associazioni a dare la spinta con una campagna social che ha messo in evidenza come le acque dei fiumi, in particolare quelle del torrente Solofrana, avessero cambiato colore diventando quasi limpide. Ma è durato poco, il tempo del lockdown.