Nuovi retroscena sull’arresto dell’ufficiale giudiziario del tribunale di Nocera che chiedeva anche pomodori in cambio di favori
Non solo sesso, ma anche pomodori. Arrivano nuove rivelazioni sulla condotta dell’ufficiale giudiziario arrestato ieri dai carabinieri. L’uomo, 65 anni, di Roccapiemonte, in servizio al tribunale di Nocera Inferiore, per ritardare notifiche giudiziarie, rivelare segreti d’ufficio legati a procedimenti civili ma anche penali e falsare un verbale chiedeva in cambio favori.
Non solo prestazioni sessuali a due donne per ritardare, magari di un mese, lo sfratto dalle loro case, ma anche generi alimentari. Come sarebbe successo il 27 ottobre del 2022 i un’azienda agricola di Sant’Antonio Abate. L’ufficiale giudiziario, in cambio della mancata consegna di una notifica per la fissazione di un’udienza preliminare per un reato ambientale, convince l’imprenditore a consegnargli alcune casse di pomodori. Un identico episodio si sarebbe verificato ad Angri un mese dopo, in cambio di favori il messo avrebbe ricevuto generi alimentari.
LA DENUNCIA
L’inchiesta della procura della Repubblica è scaturita da una denuncia di una donna costretta a subire rapporti sessuali in cambio del ritardo di 30 giorni della notifica dello sfratto dalla casa che occupava con i suoi figli, di cui due minorenni. La donna non era riuscita a trovare un altro alloggio dove trasferirsi accettando la proposta dell’ufficiale giudiziario. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri un episodio simile avrebbe visto vittima un’altra donna che aveva lo stesso problema. Secondo la procura, che aveva chiesto la reclusione in carcere, l’uomo avrebbe approfittato del gravissimo stato di disagio socio economico delle due vittime. Nell’inchiesta figurano altri indagati tra cui avvocati, imprenditori, privati cittadini che avrebbero partecipato agli episodi di corruzione.