Boom di affluenza nella Tin dell’Umberto I, quasi tutti i posti occupati da neonati con la bronchiolite. L’allarme dei medici
Anche all’ospedale di Nocera Inferiore la bronchiolite inizia a far paura. Nelle ultime ore dieci dei 16 posti letto disponibili nel reparto di terapia intensiva neonatale sono stati occupati da bambini con difficoltà respiratorie provocate dal virus sincinziale, l’agente virale capace di infettare l’apparato respiratorio e che colpisce i bambini di età inferiore ad un anno con maggiore prevalenza nei primi 6 mesi di vita Nella Tin dell’Umberto I attualmente sono assistiti neonati da 0 a 30 giorni di vita.
“L’epidemia per motivi che non conosciamo – spiega un medico – è arrivata molto prima. In genere la malattia si manifesta in periodi molto più freddi”. In genere sono i bambini più grandi a veicolare il virus rischiando di infettare i fratellini. La situazione in Tin è sotto controllo ma l’altro giorno i sanitari sono stati costretti a intubare un piccolo che aveva seri problemi di respirazione. Per alcuni altri neonati è stato necessario l’aiuto di un respiratore non invasivo per aiutarli nella fase più acuta della malattia. Altri bambini più grandi sono ricoverati in pediatria.
Ma è nella Tin che la situazione resta preoccupante per il problema legato alla carenza del personale, soprattutto medico. Al momento ne mancano all’appello quattro, uno sta consumando le ferie perché verso la pensione, due trasferiti ma mai sostituiti, il quarto medico, una neonatologa, è attualmente in servizio all’ospedale di Sarno in attesa che l’Asl predisponga la graduatoria che consentirebbe al medico di spostarsi all’Umberto I.
Anche i pediatri di famiglia hanno confermato che è in atto una vera e propria epidemia con infezioni in aumento. “Quando è possibile – ha spiegato un pediatra – cerco di non ricoverare il bambino. Ma quando mi trovo di fronte casi che hanno altre patologie, soprattutto bambini nati prematuri o cardiopatici, l’unica soluzione è l’ospedale. In genere la malattia può essere pericolosa nei bambini che hanno meno di tre mesi, per i più grandi ci sono meno rischi”. Ci sarebbero difficoltà anche per reperire lo sciroppo di claritromicina, l’antibiotico che viene prescritto per debellare l’infezione.