Un pezzo dell’area industriale di Fosso Imperatore è inaccessibile ai Tir per alcuni abusi. Il corto circuito blocca l’azienda Molisse
Il capannone industriale è di 600 metri quadrati a piano, capace di ospitare i grandi Tir. Si estende su di un lotto di 1.800 metri quadri. All’interno ci sono apparecchiature tecnologicamente avanzate tanto che l’officina è stata certificata 4.0, in Italia ce ne sono quanto le dita di una mano. Ma su tutto questo, sacrificio di 25 anni di lavoro, si continua ad accumulare polvere. L’attività, infatti, è ferma. Non per colpa dell’imprenditore ma per opere di urbanizzazione non completate e che impediscono l’accesso dei mezzi al capannone.
Siamo a Nocera Inferiore nell’area industriale di Fosso Imperatore, quello spicchio di terreno interessato da un ampliamento del Piano di insediamento produttivo. L’azienda appartiene a Severino Molisse, si occupa di pneumatici, un gommista, un artigiano come lui si definisce ma che ha uno spirito imprenditoriale che non ha nulla da invidiare con quello dei manager di aziende molto più grandi.

Alcuni anni fa capì che la storica officina che affaccia sulla strada provinciale Nocera Sarno era diventata troppo piccola per il tipo di azienda che lui immaginava. Decise di partecipare al bando del Comune di Nocera Inferiore per l’assegnazione di un pezzo di terreno sul quale costruire la sua nuova azienda, moderna ed efficiente, capace di censire l’automobile o il Tir già dalla lettura della targa per avviarla al servizio richiesto dal cliente. Sino all’uscita dall’officina con un’applicazione da leggere anche sul telefonino per conoscere la storia degli penumatici montati, grazie a tutte le macchine che dialogano tra di loro, 4.0 per l’appunto.
Dopo non poche vicissitudini, Molisse costruisce il nuovo capannone. Alcuni giorni fa è stato accatastato, ora manca solo l’agibilità, quisquiglie per i problemi superati. Ma c’è un ultimo, grosso scoglio, l’accesso dei Tir nel capannone. La strada progettata dal Comune, che doveva essere larga dieci metri, si è notevolmente ridotta a causa di una costruzione realizzata successivamente al bando ed un altro edificio che dovrebbe essere abbattuto ma che è ancora al suo posto.

<<Avevo partecipato al bando perché il progetto prevedeva una strada ampia che poteva consentire l’accesso dei camion>>, ha spiegato il gommista. Ma alla fine qualcosa è andato storto. C’è un muro di una villa che non doveva essere costruito dov’è oggi. Così come un vecchio edificio. Tutto dovrebbe essere abbattuto ma non si sa quando. Nel frattempo Molisse non può avviare la nuova attività e non può assumere il personale di cui ha bisogno. Il tempo è trascorso tra ricorsi e rinvii mentre la polvere continua ad accumularsi sulle macchine 4.0 custodite nel capannone.