Anche l’utilizzo di un drone nell’importante dispiegamento di forze per spegnere l’incendio che ha avvolto monte Solano
Ci sono volute 36 ore per domare ed estinguere l’incendio che ha bruciato, tra domenica e lunedì, monte Solano e la vicina collina, la zona pedemontana tra Nocera Superiore e Roccapiemonte. A comunicarlo è stato il sindaco Gennaro D’Acunzi dopo le rassicurazioni ricevute da Giovanni Gammarano, ingegnere della protezione civile della Regione Campania che ha diretto le operazioni di spegnimento. Per contenere e annientare il rogo, sviluppatosi su circa 2 chilometri del complesso collinare, un importante dispiegamento di forze sia da terra, con diverse squadre dei Vigili del fuoco, i volontari della protezione civile, polizia municipale e carabinieri, sia d’aria con un elicottero e tre canadair.
Le prime avvisaglie di fumo, avvistate la mattina di domenica 11 agosto, ha messo in allarme i cittadini che hanno preso d’assalto i centralini del pronto intervento. Nel frattempo anche la postazione vedetta del Nucleo comunale di protezione civile di Nocera Inferiore, dal punto d’osservazione posizionato sulla collina del parco Fienga, aveva notato il fumo sbucare dalla vegetazione nel cuore del colle su cui domina la rocca di San Quirino. I colleghi del Nucleo di protezione civile di Roccapiemonte, attraverso l’utilizzo di un drone, sono riusciti a individuare i punti di accensione, “operazione – si legge nella nota pubblicata sui canali social dei volontari – per assicurare che il fuoco rimanesse lontano dalle abitazioni”.
L’incendio ha iniziato a prendere piede, complice anche il vento che ha alimentato le fiamme, iniziando l’opera di distruzione. Nel pomeriggio, in aiuto ai soccorsi di terra, anche il dispiegamento della flotta aerea, entrata in azione dopo che la Terna ha effettuato l’interruzione del passaggio di energia elettrica dei tralicci posizionati lungo la montagna. Le operazioni di spegnimento sono continuate durante la notte, con la presenza costante dei caschi rossi e dei volontari di protezione civile. Nella giornata di ieri, con il ritorno della forza aerea, il rogo è stato definitivamente spento.
La riflessione
Ora bisognerà capire cosa abbia fatto scaturire l’incendio. L’ipotesi del dolo, secondo gli inquirenti, non è da escludere. “Questo scempio – scrivono i volontari del Nucleo di protezione civile di Roccapiemonte – ancora una volta dimostra quanto la mano dell’uomo è capace di distruggere tutto ciò che lo circonda e quindi, di autodistruggersi, facendoci capire di quanta strada ancora bisogna fare, di quanto la prevenzione e la divulgazione informativa siano importanti all’interno di una società civile e mai abbastanza, per evitare che queste cose non accadano più”.