Per il procuratore Centore lo spaccio di droga a Pagani è “allarme sociale”. Il colonnello Trombetti “abbiamo sottratto alla criminalità una zona franca”
Un’enclave, una zona franca, un quartiere sottratto allo Stato in mano alla criminalità. Hanno utilizzato queste parole carabinieri e magistrati che ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, hanno illustrato i dettagli dell’operazione Bora. E’ il blitz messo a segno dai carabinieri all’alba di ieri che ha portato allo smantellamento di una banda di spacciatori che operava in una delle strade simbolo di Pagani, viale Trieste, una strada realizzata negli anni del boom edilizio e che divide in due la casbah del centro storico di via Lamia e Casa Campitelli.
La droga, soprattutto cocaina, veniva spacciata alla luce del sole come dimostrano le immagine diffuse dai carabinieri. Anche davanti a minori che vivono nel quartiere. Ed è questo un elemento che il tenente Simone Cannatelli, comandante della tenenza dei carabinieri di Pagani, ha tenuto a sottolineare. Insomma tutti sapevano.
Il procuratore Antonio Centore ha parlato di allarme sociale che non deve essere sottovalutato mentre il comandante provinciale dei carabinieri, Gianluca Trombetti, ha rimarcato come lo Stato si è riappropriato di un territorio diventato fortino della criminalità. che aveva trovato nella droga un affare dai lauti guadagni.
In questa zona un’organizzazione criminale aveva costituito una piazza di spaccio della droga, un “take away” lo ha definito il sostituto procuratore Angelo Rubano. Si vendeva soprattutto cocaina, la sostanza stupefacente maggiormente richiesta dal mercato con clienti che provengono da ambienti sociali diversi e trasversali. La scelta non è stata effettuata a caso. La strada, infatti, consente facilmente di controllare entrate ed uscite dal quartiere, di incunearsi nei meandri di vicoli e case vicine una all’altra. Ma anche per la presenza dei cosiddetti “due portoni” che da via Lamia portano in via Trieste, stratagemma urbanistico che negli anni passati ha consentito la fuga di latitanti ricercati dalle forze dell’ordine.
Supportati da un elicottero i carabinieri hanno accerchiato l’intera zona. In azione i militari della tenenza di Pagani con il concreto supporto di altri uomini provenienti da Nocera e da Salerno. Con loro anche un cane antidroga, Attila.
Il blitz, denominato “operazione Bora” in riferimento al nome della strada, Trieste, ha consentito di smantellare un gruppo criminale che faceva dell’organizzazione la sua peculiarità. Tutto era perfettamente sincronizzato, dai turni di lavoro al riposo, dagli incarichi al pieno soddisfacimento delle richieste dei clienti. I carabinieri hanno portato in carcere sette persone, tre sono finite agli arresti domiciliari, ad altrettanti è stato notificato il divieto di dimore nella provincia di Salerno.