Domani mattina al teatro agli Olivetani di Nocera Inferiore il convegno che pone all’attenzione la tematica della patologia oncologia con il progetto Care
In provincia di Salerno ci sono circa 6.000 diagnosi di patologie tumorali all’anno, con il 50% dei pazienti che guarisce e una buona parte che si cronicizza. In questo scenario, il modello basato sull’ospedalizzazione è spesso inappropriato. Esso, infatti, non tiene conto dei bisogni sociosanitari prima e dopo la dimissione e, inoltre, ha un costo particolarmente elevato. C’è un numero enorme di pazienti tumorali, con bisogni molto diversi, dall’alta intensità ed altri più di tipo sociale che sanitario. Tutta questa mole di domanda ha, ad oggi, nella Asl Salerno, come riferimento quasi esclusivo l’oncologia ospedaliera. Ma il percorso ospedaliero è fatto di brevi e intensi periodi dentro l’ospedale e di lunghi periodi fuori e sempre di più appare evidente che bisogna coprire l’ambito del territorio, data la nuova identità cronica del cancro.
Il progetto “Reti Oncologiche” della Asl Salerno, ha inteso avviare una rete di team multidisciplinari territoriali, denominati Spazi C.A.R.E., attivi in ogni Distretto sanitario della provincia di Salerno, deputati alla presa in carico integrata dei pazienti oncologici e delle loro famiglie. Progetto, coordinato dalla dottoressa Conetta Dello Ioio, verrà illustrato in maniera completa e dettagliata nel corso del convengo che si terrà domani, giovedì 6 luglio, al “teatro agli Olivetani” di via Ricco a Nocera Inferiore dal titolo “Il Distretto sociosanitario come setting per un’oncologia di prossimità attenta alla complessità della persona malata”.
L’incontro, promosso dall’azienda sanitaria locale, vedrà tra i relatori Gianni Amunni, direttore del dipartimento oncologico dell’azienda ospedaliera universitaria Careggi, la ricercatrice Michela Bobini, Ida Capuano del Distretto sanitario 63, il professore di sociologia dell’organizzazione sanitaria Ivan Cavicchi, il direttore del reparto Oncologia dell’ospedale Andrea Tortora di Pagani Giuseppe Di Lorenzo, il direttore del dipartimento oncologico dell’Asl Salerno Giuseppe Gigliotti, il sociologo Mauro Mascia, il direttore sanitario dell’Asl Primo Sergianni e il direttore responsabile del Distretto sanitario 60 Vincenzo Tramontano
Caregiver e volontariato sono parte integrante di queste équipe di cura, con la presenza caratterizzante di un Case Manager che agevola il passaggio delle diverse fasi di presa in carico, in tutto il percorso preventivo, diagnostico, terapeutico, assistenziale e riabilitativo. Tra il set di cure dello Spazio C.A.R.E., oltre al Case Management infermieristico ed alla medicina oncologica, sono previste attività psiconcologiche e supporto sociale. Tali attività si incardinano nell’architettura distrettuale della Primary Care, in una logica di integrazione e potenziamento dei programmi locali orientati alla presa in carico delle persone in condizione di cronicità presenti sul territorio.
Il posizionamento degli Spazi C.A.R.E. nell’architettura del Distretto può ben inquadrarsi all’interno delle Case della Comunità previste nella Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Gli spazi C.A.R.E. potranno concentrarsi sulla presa in carico proattiva, di prossimità, di continuità a favore dei cittadini con malattie oncologiche, svolgendo, inoltre, funzione di prevenzione, sia verso la promozione di stili di vita corretti, sia verso gli screening oncologici. Si completerebbe così in ogni territorio, capillarmente, il ciclo prevenzione-diagnosi-terapia-assistenza connesso alle patologie oncologiche.