Il termovalorizzatore chiude per manutenzione. Bisognerà portare via 82 mila tonnellate di frazione secca su base regionale. Legambiente: “Tragicomico labirinto”.
C’è un piano per superare le criticità legate alla chiusura del termovalorizzatore di Acerra per manutenzione straordinaria. E’ stato presentato oggi in Regione Campania. La riunione si è svolta a palazzo Santa Lucia. Al tavolo c’erano il vice presidente Fulvio Bonavitacola, i rappresentanti degli Enti d’Ambito degli ATO Rifiuti, delle Province, della Città metropolitana di Napoli e delle Società provinciali di gestione dei rifiuti.
“L’obiettivo – si legge in una nota – è coprire tutte le esigenze relative alla gestione dei rifiuti nel periodo di fermo dell’impianto di Acerra”. Sono stati stabiliti i siti dove verranno depositati temporaneamente i rifiuti. La conferenza dei servizi ha condiviso e approvato un programma per fronteggiare il fabbisogno complessivo di 82.000 tonnellate di frazione secca sui base regionale.
Grazie alle gare espletate dalle società provinciali, dalla A2a e dalla Regione Campania, spiegano dall’ente regionale, 40.000 tonnellate saranno evacuate fuori regione nel periodo del fermo del termovalorizzatore. Le restanti 42.000 tonnellate saranno destinate a depositi temporanei per un periodo non superiore a 90 giorni. I depositi temporanei sono distribuiti nelle diverse province, secondo il principio di prossimità. I siti individuati sono Casalduni, Caivano, San Tammaro, Polla, per un quantitativo complessivo pari al 70% del fabbisogno. Per il restante 30% saranno utilizzate aree ubicate all’interno degli Stir esistenti in Regione.
Legambiente, intanto, parla di “tragicommedia dei rifiuti”. “Si sa da un anno – riferiscono fonti ambientaliste – della chiusura di Acerra e si arriva a definire il piano soltanto pochi giorni prima dello stop”.
“Ci auguriamo – ha detto Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania – che il piano presentato non solo sia nel complesso capace di evitare scene già viste di rifiuti per strada, ma soprattutto rispetti i tempi previsti in 90 giorni per i siti di stoccaggio temporaneo”.
“Montagne di ecoballe ancora presenti sul territorio non fanno ben sperare per il futuro. Tutto questo in una regione il cui sistema di gestione dei rifiuti urbani continua ad essere un labirinto che utilizza ancora lo strumento dello smaltimento di gran parte dei rifiuti fuori dalla Campania. L’unica via d’uscita possibile dal labirinto dell’emergenza è chiudere il cerchio con gli impianti di compostaggio, mettere in campo un’azione importante di prevenzione della produzione dei rifiuti e di sensibilizzazione per rilanciare la raccolta differenziata”.