Il centro di riabilitazione chiede l’intervento dell’Oiv dell’Asl per valutare l’operato del Distretto 60 per una comunicazione “fuorviante”
“Una raccomandata fuorviante”, tanto da spingere l’amministratore e il direttore sanitario di Villa dei Fiori, Domenico Vuolo e Fernando Zara, a chiedere l’intervento dell’Organismo indipendente di valutazione (Oiv) dell’Asl Salerno. Sotto accusa il direttore del Distretto sanitario 60 di Nocera Inferiore e la responsabile per la riabilitazione per “la colpevole violazione dei diritti del malato”. Il motivo, spiegano, è una comunicazione inviata ai 145 malati rimasti senza cura “per ritirare l’autorizzazione per riprendere le terapie riabilitative. “Ma questo non sarebbe vero, insomma una presa in giro”, dicono Vuolo e Zara. E lo spiegano nei dettagli in una lettera inviata all’Asl.
“Denunciamo – si legge nella lettera – la gravità di quanto sta accadendo al DS 60 dove, in modo consapevole e voluto, viene violato l’art. 32 della Costituzione, ci si prende gioco della salute dei pazienti più fragili, si nega il diritto alla corretta informazione. Centoquarantacinque pazienti, ai quali sono state interrotte le terapie riabilitative prescritte dai medici della ASL, stanno ricevendo una raccomandata a firma della dr.ssa Rinaldi e del dr. Tramontano responsabili del Distretto di Nocera. Questo il testo:
“Si restituisce il Progetto Riabilitativo, sino ad oggi non ritirato dalla S.V., a favore dell’utente …, unitamente all’elenco delle strutture riabilitative che al 31/12/22 presentano ancora disponibilità di prestazioni ambulatoriali e domiciliari. Successivamente si invita la S.V. Ad accedere presso gli sportelli di questa U.O. per il rilascio dell’autorizzazione.” In allegato ci sono: il progetto riabilitativo, l’iter per accedere ai trattamenti, l’elenco di tutti i centri della provincia di Salerno.
Tutto questo è oggettivamente fuorviante ai danni dei malati.
1. Gli si fa credere che possono andare “per il rilascio dell’autorizzazione”, ma non è così.
2. Gli viene dato un elenco dei 30 centri con i telefoni facendo credere che possano scegliere dove andare. Non è così: 18 centri sforano. Come accertato dalla ASL già nel 2020 praticamente tutti hanno una lunga lista di attesa. I tre centri che non si sa se ce l’abbiano sono a 100 km di distanza.
3. I due centri (Scoppa e Nostra Famiglia) indicati pubblicamente dalla dr.ssa Gentile come centri in grado di accogliere i pazienti in realtà non potranno farlo, perché hanno anche loro una lunga lista di attesa.
4. Se anche ci fosse, e non c’è, un centro disponibile ad iniziare subito la terapia il paziente dovrebbe affrontare il lunghissimo iter medico-burocratico di almeno cinque passaggi, se non nove. Ci vorrebbero mesi.
Non siamo di fronte solo ad una, comunque gravissima, negazione della continuità terapeutica. Siamo di fronte ad una effettiva negazione della possibilità di curarsi mascherata con un linguaggio probabilmente incomprensibile al cittadino comune, al quale si fa credere ciò che non è: nessuno di quei 145 cittadini (spesso malati gravissimi, in gran parte bambini) avrà il rilascio dell’autorizzazione “promesso” ingannevolmente nella raccomandata. Sviare i cittadini non è accettabile, tanto meno da parte di una istituzione pubblica. Viola i diritti del malato e i doveri del soggetto pubblico. Inoltre questi comportamenti vanificano anche gli sforzi della Regione per dare ai cittadini malati, disabili, minori, tutte le cure di cui hanno bisogno. Sentiamo il dovere di dire basta e chiediamo che le condotte dei dirigenti nominati siano oggetto di verifica da parte dell’Organismo Indipendente di Valutazione, a tutela delle Leggi e della Costituzione. Chiediamo un incontro per poter illustrare nel dettaglio quanto esposto”.