Una crisi drammatica interessa il mondo delle cerimonie, tra matrimoni rinviati e prime comunioni annullate. “Rivedere il calendario degli eventi religiosi”
Non se ne parla molto rispetto ad altri comparti che nutrono di una maggiore risonanza mediatica, ma ci sono realtà che combattono l’emergenza economica e promessi sposi che, ad oggi, non sanno se riusciranno a recuperare le somme già anticipate per preparare i festeggiamenti per i fiori d’arancio poi rinviati.
La crisi nei numeri
Il settore del wedding a marzo e aprile ha registrato un calo dei fatturati tra il 50 e il 100%. E’ quanto affermano addetti del comparto “eventi e cerimonie”, che hanno raccontato al nostro giornale la drammatica situazione del settore e illustrato le loro idee per arginare la crisi. E’ ormai compromessa una delle stagioni più importanti dell’anno e le prospettive per l’immediato futuro non sono rosee per wedding planner, fotografi, fioristi, service, allestimenti, agenzie eventi, catering, noleggi, agenzie di viaggi, abiti sposa e cerimonia, catering, negozi di bomboniere e oggettistica, gioiellerie, dimore, sale ricevimenti, pub, discoteche e agenzie di spettacoli.
“Abbiamo ricevuto scarsa attenzione dal Governo” – spiega Tina Citarella, wedding planner, party planner nonché consulente, formatrice ed organizzatrice di corsi e workshop. “La nostra categoria – continua – sta provando a reagire associando gli addetti ai lavori tramite Federcongressi, di cui sono portavoce e responsabile territoriale. Vogliamo presentare le nostre rivendicazioni, esigenze ed istanze rispetto alla difficile crisi che stiamo vivendo”.
In merito agli scenari futuri della pandemia Citarella non usa mezzi termini: “Prevedo conseguenze catastrofiche per tutta la filiera legata agli eventi. Dovremo rimboccarci le maniche meglio e più di prima, con una motivazione maggiore e senza mai perdere l’attenzione e il gusto per i dettagli. Al momento viviamo uno stato di forte tensione generale, in un clima di ‘tutti contro tutti’. Quello che cerco di trasmettere ai miei clienti è una realistica accettazione di questo stato di cose. Ma senza rassegnazione, bensì con un diverso approccio e nuove consapevolezze. Il nostro slogan è sì a distanze fisiche, no a distanze progettuali, operative ed emozionali e questo sarà il motore principale per ripartire”.
“Riprogrammare il lavoro”
“Siamo un’azienda riconosciuta, che in tanti anni non ha mai cambiato ragione sociale e ne siamo fieri – ci racconta Giuseppe Angrisani, il cui studio fotografico di Nocera Inferiore ha regalato e regala tuttora emozioni impresse nel tempo. “Avremmo dovuto festeggiare 35 anni d’attività ad inizio settembre ma purtroppo abbiamo rimandato. Il momento non è semplice, una parte della clientela ha rinviato se non addirittura disdetto le cerimonie. Per un’intera categoria sono ormai saltati gli schemi tradizionali”. “Dovremo essere capaci nel prossimo futuro – precisa – di garantire ed offrire maggiore qualità e competenza e di conseguenza modificare schema accettando di convivere con nuove modalità di vita e di lavoro”.
Angrisani tiene poi a specificare una proposta di rilancio per la categoria: “Sarebbe utile riprogrammare eventi come ad esempio le comunioni e matrimoni su una tempistica diversa. Spostare nelle domeniche di gennaio, febbraio e marzo il tutto, magari riconsiderando le attuali regole della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno che non prevede la celebrazione delle nozze di domenica. Lo dico da cattolico osservante e spero che possa essere un ottimo spunto per ricominciare”.
“Cambiare per non morire”
Sull’opportunità di rivedere il calendario delle celebrazioni religiose è d’accordo anche Giuseppe Moscariello, responsabile dell’agenzia di spettacolo e animazione “Arte in strada” di Pagani e portavoce del gruppo “S.O.S. Cerimonie”, nato dall’esigenza di fare rete tra imprenditori del settore. “Occorre – dice un aiuto della Diocesi che dovrebbe prendere in considerazione l’idea di svolgere battesimi e comunioni anche in settimana per evitare assembramenti e tutti potremmo lavorare in sicurezza. Nella nostra regione gli eventi muovono l’economia in maniera incisiva”.
“Si stima – continua Moscariello – che nei quattro mesi che vanno da marzo a giugno 2020 in Italia verranno persi dai 10 ai 15 miliardi di euro, è impensabile che gli addetti ai lavori possano sostenere le loro attività fino a marzo 2021 solo con le proprie forze. Chiediamo di poter ripartire con i ricevimenti (comunioni, battesimi, matrimoni) entro metà giugno. Con questa tipologia di eventi è possibile rispettare tutte le norme di sicurezza, in quanto si tratta di eventi che ospitano mediamente dalle 20 alle 50 persone che possono usufruire di sale che solitamente ne ospitano 200”. Cambiare per non morire, questo è il principale fondamento. “Siamo disposti a modificare la nostra visione di animare i bambini, di proporre spettacoli dove le persone non partecipano ma sono solo spettatori, ma soprattutto vogliamo ottenere tempistiche e modalità per una pianificazione del lavoro residuale e possibile”.