Il gruppo Fcb “Sei di Pagani se” ha aderito al manifesto della “comunicazione non ostile” per un web senza odio
di Pasquale De Virgilio
Lo sappiamo, il mondo in questi ultimi vent’anni, ha vissuto un enorme cambiamento. Perché quelli che sono cambiati siamo noi. È cambiato il nostro modo di relazionarci. Ed è cambiato quello che ci aspettiamo dall’agorà pubblica dove ci confrontiamo. Ha senso oggi un forum online? Sì, ma solo a patto che ci sia alla guida qualcuno che sia propositivo e che abbia la possibilità di offrire un valore aggiunto alle persone che lo frequentano, nella vita virtuale e in quella reale. Altrimenti vinceranno sempre di più i gruppi di Whatsapp. Che sono un paradigma della società attuale. Una regionalizzazione. Un ritorno alle autonomie. Piccoli gruppi, piuttosto che una piattaforma ampia, magari addirittura internazionale.
Un esempio valido in questo senso è il gruppo “Sei di Pagani se…”, nato circa nove anni fa con lo scopo di far rivivere le bellezze e i luoghi storici di Pagani. Negli anni è diventato il punto di riferimento di tutti quelli che lo compongono. Tramite una gestione attenta del suo amministratore, Nicola Carrara, nonché della squadra di moderatori, il gruppo è riuscito nel tempo a mantenere vivo lo spirito di comunità nel periodo più buio del nostro Paese, ovvero il primo lockdown causato dalla pandemia.
“Ad oggi il gruppo conta quasi ventimila iscritti”, ci racconta Carrara. “L’ottanta per cento è composto da cittadini paganesi sparsi per il mondo”. Il gruppo ha aderito al “Manifesto della comunicazione non ostile” dell’associazione “Parole O_Stili”. “La nostra – spiega Carrara – è stata un’adesione spontanea e consapevole delle varie pluralità, compresi i cosiddetti leoni da tastiera, soggetti che si attribuiscono il diritto di scrivere qualsiasi cosa passi loro per la mente senza considerare il danno che possono procurare ad altri”.
Rispetto della libertà di manifestazione del pensiero, dunque, ma anche ferma condanna degli atteggiamenti poco consoni. “Ho tenuto molto alla divulgazione di questo manifesto tanto da farne la nostra bandiera nella speranza che possa essere seguito ed apprezzato – continua – il gruppo è pubblico ed aperto a tutti quei membri che vorranno seguire alcune regole per consentire un’armoniosa partecipazione civile al dibattito nel web che di volta in volta si svilupperà”.
Alla larga, quindi, orde di complottari della nuova epoca o, peggio, di ignoranti alla ricerca di maggiore visibilità mediatica. Con la speranza che l’educazione possa sempre essere, se non un principio, una moda.