Il Venerdì Santo, il giorno più intenso del periodo pasquale. Viaggio nelle tradizioni, la via Crucis di Pucciano a Nocera Superiore
Siamo nel cuore della Settimana Santa e i giorni del Triduo pasquale sono i più intensi della Liturgia. Sono i giorni che precedono la Pasqua di resurrezione. Sono tanti e significativi i riti che si celebrano in questi giorni particolari e rappresentano uno dei momenti più coinvolgenti e di profondo legame. E di sicuro il Venerdì Santo è il giorno più intenso, giorno della mestizia, del dolore e della penitenza per la Passione e morte di Gesù. Accanto alle celebrazioni previste dal messale romano, quale l’adorazione alla Croce, sono diverse le pratiche extra liturgiche che spesso si celebrano proprio il Venerdì Santo per rievocare e ripercorrere il cammino di Gesù verso il Golgota, il luogo della crocifissione, e meditare sulla Passione.
Un legame che pervade e attraversa anche il nostro territorio. Tante e diverse sono nell’Agro nocerino sarnese i momenti toccanti che vogliono rievocare e far riflettere su passi così intensi. Le suggestive processioni delle “Croci” o “Paputi”, che percorrono le strade della città di Sarno, la processione di Gesù morto a Nocera Inferiore o Pagani, la processione dei Battenti a Cava de’ Tirreni. Ma di tutte, forse, la più suggestiva è la processione del Venerdì Santo di Pucciano a Nocera Superiore, caratterizzata da più di 200 figuranti e vengono ripercorsi gli ultimi tre anni di vita pubblica del Cristo. Una processione che va ben al di là di un simbolo, di una rievocazione, diventa concreta materializzazione del cammino di Gesù verso la morte di croce. Ma purtroppo, ancora in piena pandemia Covid 19, questi momenti di fede e di pietà popolare non potranno essere rivissuti, ma con la speranza che, debellato questo virus, si possa ritornare a rivivere di questi momenti.
Sulla processione del Venerdì Santo di Pucciano è affasciante la storia che è possibile cogliere grazie al contributo di Rita Cuofano.
Lo storico borgo di Pucciano custodiva una semplice cappella, dedicata alla Madonna delle Grazie e San Giovanni Battista, appartenente alla parrocchia di Santa Maria Maggiore. Pucciano ebbe la sua parrocchia solo nel 1962. Una fervente comunità di fedeli che da sempre ha vissuto con profonda emozione e devozione i giorni della Passione. Ma con l’inizio degli anni ’20, da poco terminato il conflitto mondiale, qualcosa cambiò. Una giovane coppia di sposi, i coniugi Trollo, in cerca di fortuna decisero di emigrare a New York ma pochi anni dopo la moglie fece ritorno a Pucciano. Ma con lei, a distanza di qualche tempo, arrivarono direttamente dal nuovo mondo, due grosse casse. Vennero fuori due statue: quella di un Cristo dalle braccia snodabili e quella di una Madonna Addolorata. La particolarità di queste due statue, oltre all’eccezionale bellezza, consisteva nel fatto che erano realizzate in cartapesta e caratterizzate da volti estremamente intensi.
La pietà popolare spinse i presenti a portare le due statue in processione verso la cappella gentilizia di Pucciano. Vedendo le statue e, avendo saputo di quella improvvisata processione organizzata dai puccianesi al loro arrivo, don Pasqualino, che celebrava di tanto in tanto messa proprio a Pucciano, venne l’idea di utilizzarle durante la Settimana santa, per la Processione di Gesù Morto. Pensò a un vero e proprio funerale, con il Gesù che, deposto dalla croce, veniva adagiato in una “naca” e veniva portato per alcune strade della città, seguito dalla statua dell’Addolorata. Fu qualcosa che coinvolse non solo il popolo di Pucciano, ma anche quello delle frazioni vicine e da quell’anno, ogni Venerdì santo, le due statue lasciano la chiesetta di Pucciano e fanno rivivere nel cuore di tutti l’intensità della passione di Cristo, l’estremo sacrificio del Figlio di Dio per il bene dell’umanità. Lo scorso anno, in piena pandemia, è ricorso il centenario (1920 – 2020) dell’arrivo delle statue a Pucciano.
La processione di Pucciano, nell’edizione del 2015, è diventata un film con la regia di Domenico Cuofano