Nocera Segreta fa tappa al Casale del pozzo, il rione costruito sull’acqua, così come la cappella di San Rocco
Alla fine della pestilenza del 1656 che tante vittime aveva mietuto, Nocera offrì vari tributi come ex voto ed in particolare fece erigere dei crocefissi lignei a Piedimonte e a Merichi al centro dell’abitato. Un altro crocifisso fu allestito sulla facciata di palazzo Ferrajoli che fa angolo tra corso Vittorio Emanuele e via San Matteo. Venne costruita anche una cappella dedicata a San Rocco, il santo francese a cui ci si rivolge con fede in occasione delle calamità naturali. Questa cappella fu costruita nell’antico e storico rione detto Casale del Pozzo (di cui avremo occasione di parlare in altri articoli).
Perchè questo nome? Perché Casale del pozzo? La risposta arriva dal sottosuolo. La zona era particolarmente ricca di numerose falde acquifere, un tempo usate appunto come pozzi. Ogni cortile ne aveva uno a disposizione di tutte le famiglie e il pozzo principale e, probabilmente, il più antico si trova ancora nel cortile di Casa Tortora. La cappella di San Rocco in principio era solo una edicola ma tra il 1867 ed il 1888, ricche famiglie del posto ampliarono la struttura, dandole un piccolo altare.
Nel 1911 la cappella fu arricchita da una statua di marmo trasportata da Napoli e solo nel dopoguerra, chiudendo un antico pozzo vicino e inglobando alcuni caseggiati adiacenti, vennero costruite la sagrestia, una piccola navata laterale e una struttura sopraelevata che serviva da alloggio e rettoria. Ancora oggi il culto di San Rocco è molto vivo e la cappella viene curata ed accudita con amore dagli abitanti del Casale. Recentemente è stata restaurata.
La piccola chiesa, durante i riti di Pasqua, ospita le statue della Vergine e dei santi Eligio e Emidio. La domenica delle palme dal santuario di Monte Albino vengono portate in processione le effigi e vengono conservate nella cappella di San Rocco, rimanendovi fino al lunedì in albis, quando vengono portate in processione lungo la zona pedemontana dei casali e riposte nella parrocchia di Santa Maria del Presepe al centro della città.
Il martedì in albis, nella cosiddetta pasquetta nocerina i santi risalgono al santuario dove, nei giorni successivi, riceveranno la visita dei fedeli. Lungo le volte e gli spiazzi della salita al santuario, i fedeli si riuniscono per suonare e ballare musiche popolari. I santi sono accompagnati al santuario con carri adornati trainati da cavalli, seguiti da cani e altri animali. Il culto degli animali è legato, infatti, alla figura di Sant’Eligio. A Sant’Emidio i credenti si affidano per essere protetti dai terremoti. Da due anni la processione non si tiene a causa della pandemia. Sulla strada che porta al santuario incombe dal 2018 anche il rischio caduta di massi per un costone di roccia pericolante che non è stato bonificato.
Marisa Croce