Venerdì prossimo a Cava dè Tirreni la presentazione del nuovo libro di Ripley Free “I Mostri del Vuoto Accanto”. L’autrice si racconta in questa intervista
Il prossimo 3 gennaio alle ore 18, è venerdì, al municipio di Cava de’ Tirreni sarà presentato il secondo lavoro della scrittrice Anna Di Vito, meglio conosciuta dal suo pubblico di lettori come Ripley Free. L’appuntamento per il primo reading de “I Mostri del Vuoto Accanto”, edito da A&M Editors, è alle ore 18. Interverranno, oltre all’autrice, il sindaco Vincenzo Servalli, l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo, la dirigente scolastica Anna Cristina Pentone e lo scrittore Tonino Scala. Coordinerà gli interventi Franco Bruno Vitolo.
Abbiamo chiesto ad Anna Di Vito di raccontarci qualcosa per capire meglio come è nato questo nuovo lavoro e soprattutto farci raccontare come e quando è iniziata la sua carriera da scrittrice.
Iniziamo con ordine, chi è Ripley Free?
“Chi sono io? – racconta Di Vito – una pubblicista campana con nome d’arte Ripley Free, ripreso in parte dalla saga cinematografica di Alien, che ha studiato comunicazione ed ha scritto da giornalista e che, un po’ di anni fa, si è esportata al centro nord spinta dal desiderio di mettersi alla prova e dove continua ad occuparsi di comunicazione con un team di educatori. Poi la vocazione sulla via di Damasco. La realtà trattata in tanti anni raccontata in prosa, narrativa ed in versi sgomitava perché le si desse spazio. E attenzione”.
E a quanto pare ha avuto lo spazio e l’attenzione che meritava nel tuo primo romanzo, “Cronache psichedeliche”
“Il libro nacque nel 2018. E’ una raccolta di racconti (e di versi) dove il thriller, l’esoterico, la devianza adolescenziale, l’amore, l’odio, le distorsioni emotive, le paure comunicative, le follie sociali si serrano affollandosi in un macabro girotondo psico noir a tinte scarlatte, in una ballata convulsa e psichedelica, come nella Dance di Matisse della copertina dell’opera. Cronache psichedeliche è stato ed è tuttora letto in tutta Italia e da qualche italiano anche all’ estero ed è stato molto apprezzato anche grazie all’analisi della prefazione scritta da una specialista in sociologia”.
Cosa narra, invece, il secondo romanzo “I Mostri del Vuoto accanto?”
“In quest’ opera sono andata oltre il femminicidio, oltre la paura, oltre l’odio senza senso, oltre la stessa fine del mondo. Sono entrata nelle stanze buie e vuote della violenza domestica dove le vittime disperatamente sopravvivono trasformando la paura in follia. Sono sbarcata da un mare in tempesta, da una nave che non si faceva attraccare in nessun porto ed ho guardato in faccia il razzismo, la fuga dalle guerre, dalla povertà, ho spartito vessazioni ed ingiustizia assieme a vittime che per sopravvivere reinventano le proprie vite. Mi sono aggrappata alla disperazione di chi vende il proprio corpo per sopravvivere e vende anche i figli per lo stesso motivo, sullo sfondo di un futuro apocalittico nemmeno troppo lontano, dove ipotizzo che la scienza trovi una strada per la sopravvivenza. Infine ho spalancato le tombe di chi non è riuscito a sopravvivere e racconta da morto quale follia, crudeltà, indifferenza, barbarie, violenza, miseria, ingiustizia, odio, inciviltà, ignoranza, delirio, cinismo, l’abbia ucciso”.
Ma mi è sembrato che nel libro c’è anche altro
“In effetti è così. Su ogni mostruosità di questi Vuoti Accanto, a noi tutti più accanto di ciò che crediamo, planano come angeli Neri dell’apocalisse i commentatori (Montalbano, Scala, Gradi, Pentone), gli artisti (Faiella, Graziano, Raffo), l’introduttore (Gravagnuolo) ed i miei versi, in un unico magma caotico come nel Giardino delle Delizie di Boch che rappresenta l’opera in copertina. Mentre stanno nascendo nuove storie e nuovi eroi notturni dalla tastiera ormai che vive di vita propria del mio notebook elettronico da cui lavoro”.