Il vescovo Giudice boccia il progetto della grande statua di sant’Alfonso sulla collina di san Pantaleone. “Non corro dietro agli psicopatici”
Il no del vescovo alla statua di sant’Alfonso sulla collina di san Pantaleone è netto. “Quel progetto – ha detto monsignor Giuseppe Giudice – è una vergogna per la nostra terra. Io non corro dietro agli psicopatici”.
Il vescovo ha smentito anche la costruzione di una chiesa ai piedi della statua. “Non ne so niente – ha detto – non sono stato interpellato. Non è possibile realizzare una chiesa senza l’autorizzazione della curia. Spero di essere stato chiaro”.
E’ in salita, dunque, il progetto caro all’assessore del Comune di Pagani, Gerardo Torre. Anche la comunità dei Redentoristi della basilica di sant’Alfonso nelle settimane passate presero le distanze dal progetto. Padre Gennaro Sorrentino, Superiore della basilica di sant’ Alfonso di Pagani, smentì la notizia del coinvolgimento dei padri missionari Redentoristi nel progetto.
“Dobbiamo precisare che la comunità dei padri missionari Redentoristi non ha espresso alcun parere sulla realizzazione opportuna o meno della statua. Prendiamo le distanze negando qualsivoglia coinvolgimento in quella che resta una iniziativa di privati, pur continuando a vegliare sull’uso dell’immagine del Santo”, dichiarò il Superiore.
Non sembra andare meglio sul fronte laico. Secondo quanto riporta il quotidiano “Il Mattino” anche la raccolta fondi attraverso Internet non va bene. In un mese sarebbero stati raccolti circa 300 euro di cui almeno il 30 per cento versati dagli stessi membri del comitato promotore “Sant’Alfonso sarà contento”.
La mega statua, alta 44 metri, verrebbe installata sulla collina di san Pantaleone con lo sguardo rivolto al Vesuvio, a ricordare quanto avvenne il 10 agosto 1779 quando sant’Alfonso fermò le fiamme del vulcano sulla sua città. Una statua mastodontica, considerando che sarebbe addirittura più alta del Cristo Redentore brasiliano, che è alta “solo” 38 metri.
La statua, grazie alle sua altezza, sarà ben visibile anche da Castellammare di Stabia e da molti comuni del vesuviano. Una collocazione non casuale, voluta per rendere nell’immaginario collettivo il perenne scontro spirituale tra il Sacro ed il Demonio, tra ciò che è sant’Alfonso ed i pericoli del Monte Somma: il bene e il male.