Aumenta il debito delle aziende con il fisco e gli istituti previdenziali. In migliaia rischiano il fallimento. C’è l’accordo di ristrutturazione del debito
C’è un dato estremamente preoccupante nel mondo dell’economia ed in particolare nel settore della aziende, i debiti con il fisco e con gli istituti previdenziali. Tanto da spingere i professionisti del settore ad individuare soluzioni per evitare il tracollo delle imprese. Su questo aspetto c’è da registrare una decisa presa di posizione di Giovanni D’Antonio, presidente dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Nocera, che da anni segnalava delle incongruità e chiedeva modifiche al dispositivo legislativo che regola la materia.
La novità è rappresentata dalla possibilità dell’accordo di ristrutturazione del debito fiscale e previdenziale che può essere omologato anche senza l’adesione decisiva di Agenzia delle Entrate, Inps e Inail. Negli accordi di ristrutturazione dei debiti, l’art. 48 comma 5 del Codice, ha introdotto una sorta di “cram down” nei confronti del Fisco in fase di omologazione: tale disposizione ha, infatti, sancito che il tribunale può omologare l’intesa anche in mancanza di adesione da parte dell’Amministrazione finanziaria, quando l’adesione è decisiva ai fini del raggiungimento delle percentuali richieste dalla legge e, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista indipendente, la proposta di soddisfacimento del Fisco è conveniente rispetto all’alternativa liquidatoria.
Da tempo – ha spiegato D’Antonio – avevo segnalato delle difformità sulle norme della transazione fiscale. Dieci anni fa pubblicai anche un articolo sul Sole 24 Ore. Solo oggi arrivano accorgimenti per correggere alcune norme sulla transazione fiscale che diventa uno strumento di rilancio per le aziende in crisi. Che dire, meglio tardi che mai”.