Dopo le fiamme nel polo industriale di Fosso Imperatore restano i divieti in attesa dei dati dell’Arpac. Timore diossine
Dopo le fiamme nel polo industriale di Fosso Imperatore, restano i divieti anche se non ci sarebbero diossine nell’aria. Il rogo ha distrutto il capannone dove erano stipati palloncini, banderuole e altri gadget della Party & Co. Lo ha riferito il responsabile dei vigili del fuoco al sindaco Manlio Torquato. Ovviamente per definire il reale livello di tossicità dell’aria è necessario conoscere i dati dell’Arpac che sta monitorando l’area del polo industriale di Fosso Imperatore dove si è sviluppato l’incendio. Saranno disponibili tra alcuni giorni.
Restano in vigore le prescrizioni contenute nell’ordinanza del sindaco, il divieto di avvicinarsi al capannone se non protetti, la chiusura di porte e finestre nel raggio di un chilometro, il divieto di raccolta e commercializzazione di prodotti agricoli nell’area vicina al luogo dell’incendio.
Intanto continuano le indagini dei carabinieri per capire le cause del rogo che ha distrutto il deposito dell’azienda. Le fiamme potrebbero essere state innescate da un corto circuito trovando facile esca nel materiale venduto dall’azienda e facilmente infiammabile ed alimentate dal forte vento che domenica sera soffiava su tutto il comprensorio. Non si esclude, comunque, la pista dolosa. Anche perché ci sono delle coincidenze che lasciano pensare.
I vigili del fuoco del distaccamento di Nocera erano, infatti, impegnati su un altro fronte, sulla collina del Parco Fienga dove stavano spegnendo dei focolai di incendio nella boscaglia. Poi è scattato l’allarme a Fosso Imperatore. E qui sono dovuti intervenire i pompieri di Salerno. Soltanto dieci giorni fa un altro incendio in una fabbrica di Roccapiemonte aveva creato un allarme ambiente non ancora del tutto rientrato.