La cittadina del Bangladesh accusata di aver ripreso i bambini della scuola Marrazzo ha denunciato ai carabinieri le mamme autrici del video
Una denuncia contro ignoti per aver diffuso foto e video senza alcuna autorizzazione esponendola ad una gogna mediatica che poteva mettere a rischio anche la propria sicurezza. Il reato ipotizzato è diffamazione. La signora Maria, 60 anni, originaria del Bangladesh, ieri pomeriggio si è recata negli uffici dei carabinieri di Nocera Inferiore per sottoscrivere l’esposto. Sotto accusa, come scrive Il Mattino, il video girato e diffuso in rete sulle principali piattaforme di condivisione di contenuti da alcuni genitori mercoledì mattina davanti al plesso scolastico Marrazzo del quarto istituto comprensivo. Gli uomini del colonnello Gianfranco Albanese stanno ricostruendo la vicenda anche attraverso le chat di gruppo dei genitori della scuola Marrazzo.
Secondo alcune mamme e papà la donna, seduta su una panchina, stava riprendendo con il telefonino i bambini. Non conoscendo la lingua la donna si è allontanata impaurita per poi rifugiarsi nella sua casa al quartiere Casolla poco distante dalla scuola. Immediatamente è scaturita una psicosi di massa che si è diffusa, complice i social in tutte le scuole della città e di quelle della provincia di Salerno.
“È tutto falso” ha detto il figlio della signora a Rta. “Mia madre – ha continuato – era sulla panchina per riscaldarsi al sole. Qui, nella casa dove viviamo, c’è tanta umidità. Ed era al telefono perché stava parlando con i nostri parenti che sono in Bangladesh. Sul suo telefonino non ci sono immagini di bambini”. Ieri alla signora Maria sono stati recapitati dei fiori per chiederle scusa. L’iniziativa è stata di Imma Zinnia a capo dell’associazione “Noi mamme” che sin dal primo momento aveva criticato l’atteggiamento di quei genitori che avevano girato e diffuso il video innescando anche accuse xenofobe. Solidarietà è stata espressa alla donna dai residenti del quartiere dove vive dal 2018.
Ieri mattina il cancello carrabile dell’edificio scolastico era chiuso, aperto solo il passaggio pedonale. In presidio c’era una pattuglia dei carabinieri e della polizia locale.


