Il gip ha confermato il fermo eseguito dai carabinieri emettendo il provvedimento degli arresti domiciliari per i due funzionari del Genio Civile. Il reato ipotizzato è concorso in concussione
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Valle della Lucania, Sergio Marotta, ha emesso il provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari di Giancarlo Giordano e Vittorio Bartoli. Nella tarda mattinata di oggi i due funzionari del Genio Civile si sono presentati davanti al magistrato che ha confermato il fermo avvenuto venerdì sera in flagranza di reato. I due indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Giordano, che a Nocera Inferiore ricoprela carica di consigliere comunale, è assistito dall’avvocato Gennaro Somma del foro di Torre Annunziata. Il penalista ha spiegato che era l’unica strategia difensiva in quanto la conoscenza degli atti era marginale. “Nei prossimi giorni dopo aver letto i documenti – ha dichiarato l’avvocato – presenteremo istanza al Tribunale del riesame. La persona offesa nella sua denuncia avrebbe sostenuto che non c’è stata una richiesta esplicita del pagamento ma lo avrebbe soltanto percepito”. Secondo alcune indiscrezioni i carabinieri avrebbero filmato il colloquio tra l’imprenditore e i due indagati.
Giordano e Bartoli erano stati fermati dai carabinieri a Centola Palinuro. Poco prima avrebbero intascato una busta contenente mille euro da un imprenditore che stava realizzando dei lavori di somma urgenza nel letto del fiume Lambro. Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri i due tecnici sono stati bloccati mentre si stavano allontanando dopo aver incassato dalle mani del titolare dell’azienda la somma di mille euro che doveva essere “un regalo” per aver agevolato la ditta a prelevare un maggiore quantitativo di materiale sabbioso dal letto del fiume dove sono in corso lavori di messa in sicurezza. L’imprenditore, però, aveva denunciato tutto ai carabinieri. I militari dopo aver ripreso con una telecamera lo scambio della busta hanno fermato i due arrestandoli in flagranza di reato con l’accusa di concussione in concorso.