Tra paura e timori la scuola in bilico. Secondo la Regione asili e prima elementare in classe dal 24 novembre. Ma in molti dicono di no, anche tanti sindaci
Secondo l’Unità di crisi della Regione Campania da martedì prossimo, 24 novembre, le scuole dell’infanzia, in pratica gli asili, e le prima classe della scuola elementare, possono tornare alla didattica in presenza, insomma i bambini possono tornare in classe. La Regione ha anche specificato che su base volontaria gli insegnanti, il personale non docente, i bambini da 0 a 6 anni, i genitori e loro conviventi possono sottoporsi al test antigenico, quello che si fa con la gocciolina si sangue, in maniera gratuita prenotandosi al numero verde 800 814 818, anche se, da alcune testimonianze ricevute, le linee sono sovraccariche ed è difficile prenotarsi. Magari sarebbe opportuno mettere a disposizione dei cittadini più linee telefoniche.
Queste le norme dettate dalla Regione ma non è escluso che si possa fare marcia indietro in caso di aumento dei contagi ma anche per i tanti dubbi espressi non solo dai genitori, intimoriti dalla curva della pandemia, ma anche da una consistente parte della scuola. La dirigente scolastica del secondo Istituto comprensivo di Nocera Inferiore, Teresa Staiano, è intervenuta nel dibattito a più voci sostenendo che è il momento che la “scuola torni a fare la scuola”. E racconta tutte le vicissitudini a cui la scuola, da giugno in poi, è stata sottoposta, sicurezza, banchi con rotelle e senza, apertura e chiusura. “A novembre con la zona gialla abbiamo fatto la didattica a distanza – ha detto Staiano – adesso con la zona rossa ci viene detto di rientrare in presenza”.
Sino al punto che la scuola si è sostituita al Dipartimento della prevenzione dell’Asl segnalando eventuali positivi e tracciamenti, attività che certamente non competono alla scuola. “Noi siamo pronti – ha continuato la dirigente – ad assumerci tutte le responsabilità che ci riguardano, ma non siamo sanitari. Non tocca a noi scovare i positivi per sentito dire, mettere in quarantena i contatti stretti, decidere i tempi dell’isolamento fiduciario. Non si può lasciare il cerino in mano alla scuola e poi, per giunta, accusarla di aver infettato qualcuno. Quando il Dipartimento di prevenzione svolgerà il suo compito, i pediatri e i medici rilasceranno i certificati per il rientro, i genitori non porteranno i figli a scuola con la febbre, il personale entrato in contatto con positivi sarà nella prescritta quarantena, lo screening sarà per tutti obbligatorio e gratuito, allora potremo rientrare in presenza in sicurezza. Con una consapevolezza, però: il rischio zero non esiste, neppure a casa propria”.
I sindaci della provincia di Salerno stanno discutendo sulla riapertura e “stanno provando ad esaminare con oggettività il problema – ha detto il sindaco Manlio Torquato – attendendo ancora qualche giorno per prendere una decisione che sia giustamente ed opportunamente omogenea, vista la vicinanza delle nostre città, anche per non creare squilibri e situazioni complicate per quelle famiglie che, ad esempio, hanno i figli che vanno a scuola in città vicine ma diverse. Ovviamente dinanzi a situazioni epidemiche più gravi per uno specifico Comune saranno adottate misure di sicurezza adeguate. Chiediamo ancora qualche giorno per una valutazione più approfondita sulle decisioni da prendere e che presentano pro e contro”.
Sulla stessa linea il sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano, che questa mattina ha incontrato in video conferenza i dirigenti scolastici della sua città. “Ci stiamo confrontando per capire quali sono le condizioni delle nostre scuole e decideremo in merito attendendo anche eventuali decisioni della Regione. Chi ha deciso per il no alla riapertura, al momento, sono i sindaci di Pagani, Siano, Castel San Giorgio e Roccapiemonte