Questa mattina si sono celebrati i funerali di Elia Caroccia, la giovane nocerina deceduta durante una gita a Roccamandolfi
Un cuore fatto di palloncini bianchi adornava questa mattina l’ingresso della chiesa di San Matteo Apostolo a Nocera Inferiore. Una sorta di porta per il paradiso che la bara bianca, con la salma di Elia Caroccia, ha attraversato. Al termine del rito funebre quei palloncini sono stati lasciati volare in cielo con un sottofondo di applausi e pianti. Sono le immagini dell’addio alla giovane di 32 anni precipitata domenica scorsa in un burrone nell’area del ponte tibetano di Roccamandolfi.
Il Comune molisano ha inviato con un manifesto il cordoglio alla famiglia della vittima. I servizi sociali del Comune di Nocera Inferiore hanno provveduto a coprire le spese per il servizio funebre. Continua la raccolta fondi per sostenere la famiglia organizzata dalla comunità francescana della chiesa di Sant’Antonio.
Don Raffaele Ferrentino, parroco della chiesa di San Matteo Apostolo, all’inizio dell’omelia ha portato “il saluto e la preghiera del nostro vescovo Giuseppe che stamattina è partito per Lourdes”, ricordando anche la comunità francescana “alla quale la famiglia di Elia è legata”. Il religioso ha sottolineato la “ragazza buona, umile, semplice ed educata, una ragazza acqua e sapone, che tutti noi presenti abbiamo avuto il piacere di conoscere e apprezzare”.
“Non basterebbero libri di parole umane per colmare la voragine che una morte così inaspettata lascia nel cuore di chi ha incontrato il suo sguardo – ha detto il religioso – solamente la fede può colmare l’incolmabile, lenire col balsamo della speranza una ferita che sembra non possa rimarginarsi mai più. Solo la luce della fede può permettere ai nostri passi di orientarsi nei sentieri bui che a volte sembrano condurre all’assurdo del non senso. Solo la fede ci permette di impugnare le armi dell’amore per poter cogliere la vita che fiorisce anche lì dove sembra regnare la morte”.
“E a quanti piangono la sua morte prematura, la mamma, il papà, il fratello, il fidanzato, i parenti e gli amici tutti, il Signore Gesù possa infondere la certezza che anche ciò che non riusciamo a comprendere trova senso in Gesù e ciò che non riusciamo a spiegarci ci sarà rivelato, se contemplato con gli occhi della fede”.
Nella predica don Raffaele Ferrentino ha richiamato anche l’insegnamento di San Francesco d’Assisi. “Cara Elia – ha esortato – ricordaci con il tuo dolce sorriso, la morte non è l’ultima parola agli occhi della fede. E noi cristiani le andiamo incontro serenamente e, come ci ha insegnato il grande padre San Francesco d’Assisi, osiamo chiamarla addirittura sorella morte corporale, dalla quale nessuno può scappare. Ciao cara Elia, prega per noi. Amen”.