I budget di spesa e la burocrazia stanno condizionando anche le residue speranze di vita dei malati terminali, la storia al Distretto 60
Sanità, vergogna senza limiti. I tetti di spesa hanno praticamente bloccato il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. Numeri freddi e asettici che si confrontano con la necessità dei cittadini di avere risposte certe e in tempi brevi. Ora il Servizio sanitario regionale della Campania non ha nemmeno più i soldi per assicurare agli ammalati, anche se in fase terminale, pannoloni e traverse antidecubito. L’ultimo esempio arriva questa mattina da una storia vissuta allo sportello del Distretto sanitario 60 di Nocera Inferiore.
A raccontarlo è il figlio di una donna di 87 anni che due settimane fa ha scoperto di avere un tumore all’intestino. La neoplasia è in fase avanzata con metastasi. Alla donna, purtroppo, potrebbero restare poche settimane se non giorni di vita. È a letto, per alleviare i dolori c’è soltanto la morfina.
Questa mattina il figlio è andato al distretto in via Giordano per chiedere pannoloni e traverse ma si è sentito dire dall’impiegato che il tetto di spesa per questi presidi è superato, bisognerà attendere il mese prossimo e ci vogliono 15 giorni per avviare la pratica. “Probabilmente – ha detto amareggiato – tra 15 giorni mi madre non ci sarà più”.
La soluzione a portata di mano è sostenere a proprie spese l’acquisto del materiale sanitario. Ma è così per tutto il resto, analisi del sangue, radiografie, ecografie, tac e risonanze, scintigrafie e visite specialistiche. Con il calcolo mensile dei tetti di spesa ormai gli ammalati devono fare i conti per individuare i giorni nei quali sottoporsi agli esami diagnostici. In genere, già alla fine della prima settimana del mese, i budget sono sforati. E quindi chi può li fa a pagamento. Chi non ha i soldi rinuncia e spera che, nel frattempo, la malattia non diventi mortale. Stessa sorte, ancor più amara, per i malati terminali. Ma questa sanità ormai non piace più a nessuno. Ed è tempo di cambiare le regole.