Prime iniziative dopo la sparatoria al pronto soccorso di Cava dè Tirreni. Vuolo incontrerà Iervolino. Tomasco chiede un tavolo di crisi
I continui episodi di violenza nei confronti del personale sanitario, in particolare del pronto soccorso, hanno spinto sindacati e politica a chiedere tutele. L’ultimo, in ordine di tempo, si è verificato all’ospedale di Cava dè Tirreni addirittura con l’esplosione di colpi di pistola e due feriti, vicenda che poteva avere epilogo ancora più tragico.
“Un tavolo di crisi”
Il segretario provinciale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, Biagio Tomasco, ha chiesto l’apertura di un tavolo di crisi. La richiesta è stata inoltrata al prefetto di Salerno ed ai vertici delle due aziende sanitarie provinciali, l’Asl Salerno e l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona.
“Bisogna intervenire – ha detto Tomasco – per inquadrare l’origine di questi episodi di violenza e le modalità per contrastarli ed eliminarli. E’ indubbio che tali barbare azioni non possano, e non debbano, essere ignorate o minimizzate, ma è altrettanto indubbio scavare a fondo nelle dinamiche che portano il cittadino utente a comportarsi in maniera tanto ignobile quanto inaccettabile”. Il sindacalista propone anche un’attività di sensibilizzazione del pubblico attraverso campagne di comunicazione”.
“Più personale e maggiore formazione”
Sul fronte politico si è mossa l’europarlamentare del gruppo Lega Lucia Vuolo. Ha annunciato un incontro con i vertici dell’Asl Salerno per “fare il punto sulla sicurezza nelle strutture ospedaliere del territorio”.
“Quanto successo a Cava de’ Tirreni – ha sottolineato Vuolo – è soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno preoccupante da fermare al più presto. Non bisogna soffermarsi sul caso specifico, ma sul fenomeno in generale che è ampio e diffuso. Tante storie non finiscono all’attenzione dei media, ma non è un mistero che gli ospedali nel nostro territorio siano una polveriera con medici e infermieri che denunciano quotidianamente aggressioni dai pazienti e non solo”.
Per l’europarlamentare “i problemi da risolvere non sono solo legati alla sicurezza, ma agli standard dei servizi da offrire. Con maggiore personale e una sua formazione più capillare molti episodi potrebbero essere evitati. Questo, però, non esclude che gli ospedali debbano essere posti sicuri. Da Salerno all’Agro e fino a Sapri attualmente il livello di sicurezza è molto basso, perché ci si può ancora introdurre in corsia con materiale di qualsiasi tipo e passare inosservati”.
“Spero – ha concluso Vuolo – che il direttore generale dell’Asl Salerno possa indirizzare la sua azione alla risoluzione dei problemi che attanagliano le strutture sanitarie di competenze per offrire una sanità efficiente sotto tutti i punti di vista nell’intero salernitano”.