Due chef “stelle Michelin”, De Santis e Montoro, hanno contribuito alla storia dell’osteria Al Paese. E all’orizzonte ne brilla un’altra
Al Paese brillano le stelle. Il gioco di parole è semplice ma non è così banale se si pensa che dietro tutto questo c’è tanta abnegazione, lavoro, studio, passione. E, in senso positivo, testardaggine.
Il riferimento è a Luca Ingenito regista dell’idea “Osteria al Paese”, il ristorante che quasi si nasconde in un angolo del centro storico di Nocera Inferiore, di fronte alla chiesa di San Matteo. Ha creato “insieme ad Enza” un piccolo palcoscenico dove ci si sente a casa. Qui si sono esibite due stelle, Rocco De Santis e Lorenzo Montoro, i due chef che la settimana scorsa hanno ricevuto l’ambito riconoscimento della guida Michelin.
Sia Rocco che Lorenzo, in momenti diversi, sono stati i protagonisti della scena del “Paese” e Luca il loro “talent scout” che li ha voluti con forza nel suo “teatro”, “dove continueremo a costruire sogni”, ha detto Ingenito il giorno in cui c’è stata la proclamazione delle due nuove stelle della cucina italiana.
All’orizzonte di profila un’altra stella. E’ quella di Antonio Borrelli, l’attuale chef dell’osteria. “Siamo – ha detto Ingenito quasi nel volerlo coccolare – a livelli altissimi”. Il segreto? “Cucina tradizionale con la giusta innovazione esaltando la materia prima”, rivela Borrelli. Di Somma Vesuviana, porta con se le peculiarità del territorio immergendole con sapienza nei gusti di oggi. Una cucina attraverso la quale esaltare i profumi e i sapori quasi parlando con il cibo che viene manipolato per diventare un piatto, non solo bello da vedere “e da fotografare” ma da gustare e rigustare.
Da qualche tempo all’osteria c’è un altro protagonista, non una comparsa come quasi lui si definisce. Schivo, attento a non rubare la scena, gentile nei modi, deciso nelle scelte e nelle proposte senza mai, però, imporle, ascoltando gli umori dell’ospite. E’ Gennaro Costabile che mette a disposizione del “Paese” la sua esperienza del “fare bere bene”. Oltre alla sua innata eleganza nel proporre e nel raccontare la storia e i segreti di un vino o di un distillato.
Il proverbio dice che “non c’è due senza tre”. La terza stella Michelin è a portata di mano. L’auspicio è che arrivi in quell’angolo di San Matteo.