Gli abitanti del borgo di Nocera Superiore ricordano una delle più antiche tradizioni finite nell’oblio, la festa della ciliegia
di Pierfrancesco Maresca
Un momento di entusiasmo e di gremita partecipazione che rendeva “vivo” Pucciano. Così è ricordata dalla comunità dell’omonimo borgo di Nocera Superiore la festività religiosa dell’Ascensione dai risvolti anche tradizionali e popolari che si teneva un tempo. Infatti negli anni Settanta, in occasione di tale celebrazione, quale momento conclusivo della Settimana Santa, si officiava una messa pomeridiana sulla terrazza circostante la Croce eretta in segno di devozione sul Petraro, un pendio sopra il borgo.
Una volta terminata, la comunità ritornava nelle vie del quartiere ove aveva luogo una sagra della ciliegia in quanto tale ricorrenza era concomitante con la raccolta di tale frutto la cui valle pedemontana è ancora oggi ricolma di alberi di tale varietà. Un momento conviviale e di condivisione dove “oltre a degustare vari tipi di questo frutto, si aveva la possibilità di trascorrere alcune ore in allegria, assistendo a spettacoli canori e danze folkloristiche” raccontano i residenti.
Non mancavano anche giochi come l’albero della cuccagna dove i partecipanti si cimentavano ad arrampicarsi su un palo insaponato per conseguire un premio, e in tale occasione vi era una gremita partecipazione anche dalle località vicine. Con il passare degli anni la festività è andata andò scemando per varie ragioni. Infatti ci si rese conto che la croce eretta in realtà ricadeva nel territorio della parrocchia di Santa Maria Maggiore, pur essendo situata poco distante Pucciano. Per tale motivo si convenne di proseguire la celebrazione in anni alterni dalle due comunità interessate.
Trascorsi alcuni anni “il nuovo parroco di Santa Maria Maggiore, don Vincenzo Calvanese, non intendeva più continuare questa usanza e lasciò alla comunità di Pucciano il compito di portare avanti la tradizione”.
Ma il terremoto che si imbatté in Campania nel 1980, la difficoltà nel raggiungere la croce e il sentiero impervio, indussero il nuovo parroco a celebrare tale messa all’interno di una masseria posta più in basso rispetto alla croce, affinché i più anziani fossero agevolati. Questo fino al 2002 anno in cui si svolse l’ultima edizione di cui si sente nostalgia. “Oggi manca quell’entusiasmo che rendeva vivo quel borgo” concludono i residenti che portano con sé quel ricordo.