Pagani si prepara al voto e cerca l’ennesimo riscatto, sottotraccia la suggestione di una rivoluzione rosa con candidate come Torre, Mattino, Fiore, Sessa
A un anno di distanza ci ritorna in mente l’intensa canzone di Mina: parole, parole, parole. Da oggi non ci sono più alibi per ridefinire l’identità della città di Pagani. C’è bisogno di una “patto” d’onore per un’alba nuova fra istituzioni e comunità. Basta polemiche, capricci, esasperato protagonismo. La città di tanti onesti lavoratori, torni a splendere con le sue qualità positive, con l’esaltazione vera della questione morale. I caratteri più evidenti della situazione attuale sono improvvisazione, immobilismo, limiti politici e amministrativi generalizzati.
Ad oggi, risulta evidente a tutta la città il suo fallimento: sulle politiche d’innovazione, sulle iniziative legate al commercio e all’imprenditoria, sulle politiche sociali e della persona, sulle politiche culturali e sportive. E’ mancata una visione globale della città, è mancata un’idea di città. Pagani ha diritto a una svolta, a una inversione di rotta urgente, che faccia uscire la città dall’oscurantismo politico e gestionale nella quale è stata precipitata.
Tutte le forze politiche dovrebbero fare lo sforzo di selezionare consiglieri e sindaco così come si faceva nell’antica Grecia, per merito. In Grecia poteva accedere alla politica solo chi si era distinto per meriti personali tra i cittadini, non contavano altri fattori, a cominciare da quello economico… se tutte le forze in campo riuscissero a fare questo, Pagani vincerebbe sicuramente le prossime elezioni comunali. Un’altra cosa importante è rappresentata dal fatto di inserire nelle liste solo coloro che hanno uno stipendio. Chi viene eletto deve essere indipendente economicamente in modo da poter badare solo ed esclusivamente, nella sua attività politica agli interessi della città.
Alfonsa Mattino Annamaria Torre
La città ha bisogno di una guida autorevole, distinta e distante da chiacchiere e ombre. E, chissà, magari Pagani potrebbe dare inizio a una “rivoluzione” rosa, una rivoluzione al femminile: in città circolano nomi di professioniste riconosciute e di gran pregio quali Alfonsa Mattino, Annamaria Torre, Giusy Fiore, Anna Rosa Sessa.
Sull’ipotesi in rosa per Palazzo San Carlo, nessuno si sbilancia o dice qualcosa in più. La sensazione è che per arrivare ad avere il nome del candidato a sindaco ci siano ancora molti passaggi da fare. Anche perché la suggestione di una candidatura in rosa non è certo l’unica possibile. Forse perché al momento l’idea c’è, ma va tenuta sotto traccia e sotto coperta. Certo c’è chi davanti alla domanda regala come risposta un sorriso e nulla di più. Insomma: scantona. Del resto il tempo di scoprire le carte è ancora lontano. E, soprattutto, riserverà sorprese.