Non è più conveniente fare l’avvocato, meglio il posto fisso nella pubblica amministrazione. Tanti professionisti in fuga a fare concorsi
Avvocati a caccia di un lavoro nella Pubblica amministrazione compresa la scuola. Il bando di concorso in scadenza oggi per assumere 8.171 addetti da destinare all’Ufficio del processo dovrebbe totalizzare, secondo fonti del ministero della Giustizia, circa 80mila candidature, molte delle quali proverrebbero proprio da avvocati pronti a riciclarsi nel settore pubblico.
A spingerli verso “il posto fisso” sono i redditi in calo (oltre la metà degli avvocati in circolazione guadagna meno di 30 mila euro l’anno) e la troppa concorrenza. Risultato? L’effetto fuga rischia di tradursi in una valanga di cancellazioni dalla Cassa Forense. Solo l’anno scorso se ne sono andati in 5800 (nel 2019 avevano salutato in poco più di 5mila). In calo anche le iscrizioni alle Facoltà universitarie di Giurisprudenza.
L’OFFERTA
«La pandemia ha travolto molti giovani avvocati, costretti oggi ad abbandonare la professione. Un’avvocatura senza specializzazione è debole sotto il profilo della qualità dell’offerta: oggi sono soprattutto gli avvocati cosiddetti generalisti, quelli che non si sono ritagliati una fetta di mercato specifica, a cercare un altro lavoro», spiega Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle camere penali italiane.
Il posto fisso nella Pubblica Amministrazione garantisce uno stipendio che può arrivare anche a 1.800 euro al mese che di questi tempi per un avvocato non sono pochi. Per intenderci, oggi gli avvocati iscritti alla Cassa Forense sono in tutto 245.030 e guadagnano in media 40.180 euro, stando all’ultimo rapporto del Censis. Più nel dettaglio, il 26 per cento degli avvocati ha un reddito netto non superiore a 15mila euro, il 28 per cento circa si posiziona tra 15mila e 30mila euro, mentre giusto un terzo oscilla tra 30mila e 100mila euro. Sono i professionisti più giovani a guadagnare meno: chi ha un’età compresa tra 30 e 34 anni deve accontentarsi di circa 16mila euro lordi, invece per gli iscritti sopra i 50 anni il reddito professionale medio dichiarato ai fini Irpef supera i 50mila euro. E ancora. Gli avvocati del Nord guadagnano quasi il triplo (oltre 57mila euro) rispetto ai loro colleghi del Sud e delle isole (24mila euro circa).
Fonte: Il Mattino