I finanzieri hanno smantellato la produzione di bevande taroccate con alcol per l’emergenza pandemia, nei guai aziende di Pagani e Cava
Non solo contraffazione di capi di abbigliamento e gadget, ma anche liquori, alcolici e olio d’oliva. Facendo leva sull’emergenza Covid 19, avrebbero utilizzato alcol denaturato, non per la sanificazione, ma per produrre bevande alcoliche contraffatte e adulterate all’interno di opifici clandestini, per poi imbottigliarle e spacciarle per marchi pregiati rifornendo ingrossi, cantine e distillerie della Campania, Puglia e Calabria. E’ quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Napoli che insieme all’ispettorato Icqrf del Ministero dell’Agricoltura hanno smantellato i produttori del falso “made in Italy”.
Tra i sigilli apposti dai finanzieri, colpita anche una tipografia di Cava de’ Tirreni, dove sarebbero state stampate false etichettature di nomi di champagne e distillati Dop e i contrassegni di stato che devono essere apposti per legge sui prodotti alcolici, una casa vinicola di Pagani e un opificio di Sarno, oltre quello di Sant’Antonio Abate e un liquorificio di Giugliano. Dalle successive analisi chimiche eseguite in laboratorio è emerso che le bevande contenevano anche sostanze nocive tipiche dei disinfettanti (alcool isopropilico e metiletilchetone) non destinate per l’uso alimentare. Sequestrate oltre 22 mila bottiglie contraffatte e più di 300 mila contrassegni dello Stato contraffatti.
Nel corso dell’operazione, le fiamme gialle hanno trovato e sequestrato anche bottiglie, circa 900, con la dicitura olio d’oliva ma che invece contenevano olio di semi. Dodici finiti in manette, tre in carcere e nove ai domiciliari, e sequestrati beni per un valore complessivo di 10 milioni di euro. Nei confronti degli indagati il tribunale di Napoli Nord, su richiesta dell’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Antonietta Troncone, ha disposto anche un sequestro preventivo delle imposte evase di 250mila euro.