Chi è Enrico Calenda, l’eroe sconosciuto di Nocera Inferiore morto in guerra ed a cui è stato dedicato il popolare rione Calenda
di Marisa Croce
Chiudete gli occhi e immaginate di vivere a Nocera ai primi del Novecento. Un grande fervore invade la nostra cittadina, una grande voglia di miglioramento. Abbiamo già il ginnasio ed altre scuole che attirano gli studenti, caserme piene di soldati, molini e pastifici, industrie tessili che occupano centinaia di famiglie.
Aumenta la produzione dei beni di consumo, aumenta il reddito e aumenta la voglia di divertirsi. In questo contesto il generale nocerino Enea Calenda conosce e sposa la contessa Ludovica Oddi Baldeschi e il 17 dicembre del 1914 nacque il loro figlio Enrico.
E’ un ragazzo dall’intelligenza vivace, ha voglia di imparare e gli piace studiare. Viene accettato alla Nunziatella, il prestigioso collegio militare di Napoli e lì consegue la maturità classica, ma, volendo seguire le orme paterne, si iscrive immediatamente all’Accademia Militare di Modena. Nel 1936 ne esce sottotenente e dopo aver frequentato un ‘ulteriore specializzazione a Parma, nel 1937 viene assegnato all’ottavo reggimento bersaglieri. La sua potrebbe essere una brillante carriera militare di un giovane bello e colto, ambito dalle migliori famiglie per le loro ragazze.
Ma Enrico sceglie la strada più difficile e lui stesso fa richiesta di essere mandato in Africa orientale. A 24 anni gli viene affidato il comando della prima banda dell’Amhara, una regione dell’Etiopia e poco dopo è promosso tenente. Ben presto il suo coraggio è di esempio ai soldati del suo reparto e assieme a loro, sempre in prima linea, partecipa a numerosi fatti d’arme nell’arco di tre anni. Il suo ardore gli fa conseguire, già nel 1938, una Croce di guerra al Valore Militare e, nel maggio 1941, sul campo di battaglia di Debarek, una medaglia di bronzo.
Siamo arrivati ad agosto 1941, Enrico ha appena 27 anni. Il giovane che avrebbe potuto avere tutto dalla vita, una bella famiglia e una splendida e proficua carriera, sceglie di combattere contro un nemico superiore per uomini ed armi. Con il coraggio della gioventù e col disprezzo del pericolo, assale e combatte, finché, nella battaglia di Gondar, al passo Cinà, sotto un bombardamento aereo, il 25 agosto del 1941 si spegne la giovane vita di Enrico Calenda. l’Italia gli ha conferito la medaglia d’oro al valore militare. Nocera inferiore gli ha dedicato un intero rione.