L’esordio della VII edizione della rassegna creata da Artenauta apre con “Danzando con il mostro”, tra il “tormento” e il “mostruoso”
Si alza il sipario la stagione teatrale firmata Artenauta. Venerdì sera al teatro Diana di Nocera Inferiore la prima di “L’Essere & l’Umano” con “Danzando con il mostro“. Si tratta del nuovo spettacolo di Serena Balivo e Mariano Dammacco, duo che da anni porta sul palcoscenico i chiaroscuri dell’animo umano attraverso una drammaturgia originale, al quale si aggiunge uno degli attori e autori più interessanti del panorama italiano, Roberto Latini, e con lui i suoi più stretti collaboratori, Max Mugnai alle luci e Gianluca Misiti alle musiche. L’inizio dello spettacolo è alle ore 21.
Danzando con il mostro è uno spettacolo dalle tinte gotiche, “una visione notturna – ha spiegato Dammacco – forse un’allucinazione; forse siamo nella mente di un individuo, dinnanzi al suo match con se stesso”. Gli artisti si confrontano con il “mostruoso”, quando questo irrompe nelle vite, nelle relazioni e nella quotidianità. In scena un’alta torre con un orologio, in cui si percepisce una presenza. Davanti, un pavimento rosso sul quale vivono un uomo e una donna, forse due emanazioni della mente della creatura. Vestono abiti eleganti, da gran galà, circondati da preziosi bicchieri. Forse sono stati invitati a un ricevimento, forse sono loro gli ospiti d’onore, o forse l’ospite d’onore è il tormento, il mostro che li ha invitati a danzare insieme a lui.
“Ho scelto di provare a porre – ha aggiunto Dammacco – lo sguardo sul tormento, in particolare su di un preciso tipo di tormento, un tormento che può capitare di esperire a un essere umano “fortunato”, un individuo che viva in condizioni dignitose, che non conosca la schiavitù o la guerra o la malattia, il tormento di un individuo che in teoria ha tutto per “essere felice”, che ha tutto per vivere bene la propria esistenza, insomma un cosiddetto essere umano libero, magari di quell’Occidente di cui facciamo parte: il tormento che una persona può dare a se stessa e da se stessa subire. Cosa succede quando siamo schiavi di noi stessi? In guerra con noi stessi?
“Ho pensato a questa condizione – ha spiegato l’autore – come a una danza costante con qualcosa di invisibile e che fa paura, una danza con qualcosa di mostruoso e ho cominciato a mettere nero su bianco alcune immagini in forma di parole, poi le ho condivise con Serena Balivo, come faccio da un decenni, e per la prima volta con Roberto Latini. Insieme, sulla scena, abbiamo lavorato alla scelta di alcune di queste immagini, a come ricomporle nella relazione tra loro, alla loro successione per poi giungere alla composizione di una drammaturgia di scena che le contenesse”.