Salvatore Tumino amplia con il suo coraggio, la sua passione per l’arte e il Silva Suri Museum un’area siciliana già ricca di cultura
di Nello Ferrigno
“Sento il bisogno, anzi la necessità di vivere d’arte. E di trasmetterla a me stesso”. A dirlo è Salvatore Tumino. È un gigante buono, dagli occhi piccoli ma vivaci, voce ferma che però in alcuni momenti è tanto lieve che ti devi accostare per comprendere le sue parole. È l’anima del Silva Suri Museum, il suo porto sicuro a cui sta lavorando da alcuni anni a Marina di Ragusa. Qui, dove oggi campeggiano le opere di tanti artisti, anni fa c’era la masseria di famiglia, trasformata in un albergo di stile e bellezza, amplificata quest’ultima dall’arte di tele e sculture. Sono ovunque, nella grande sala da pranzo, così come nella reception e nelle camere destinate agli ospiti, nei giardini. E ovviamente nei locali che sino ad oggi hanno accolto le mostre già organizzate e nei futuri saloni che Tumino ha individuato per dar vita alla sua creatura più attesa, il museo d’arte nella campagna iblea.

Autodidatta, appassionato d’arte sin da bambino, si è avvicinato alla pittura per poi scegliere l’astrattismo moderno. Tumino dipinge – penso che siano momenti di grande intimità – “ma non vendo le mie tele” precisa. Imprenditore agricolo, poi albergatore ha dovuto tenere sopita la propria passione poi esplosa attraverso viaggi per incontrare artisti, visitare mostre, acquistare opere. Non conosco i numeri della sua collezione, ma credo che sia imponente. Tumino mi racconta che è il più grande collezionista delle opere di Turi Sottile, ne possiede – vado a memoria – 360. Non è un caso che l’ultima mostra organizzata a Silva Suri (gennaio 2022) sia stata dedicata proprio all’artista di Acireale poi trasferitosi a Roma. Prima ancora gli spazi erano stati dedicati a Salvatore Provino e a Franco Polizzi.
“Oggi ho più tempo per l’arte e per la mia pittura – racconta Tumino – qui in albergo sono quasi un ospite di mia moglie Rosa che continua, per fortuna, a dedicarsi anima e corpo alla masseria”. E racconta, gli occhi si illuminano ancor di più, di una bambina ospite di un ricevimento all’aperto che, entrata nella sala da pranzo, è rimasta ammaliata dai quadri. Ed ha chiamato il padre per invitarlo a seguirla in quella esplorazione che per la piccola era un’esperienza nuova e fantastica. Il papà l’ha seguita per accontentarla per poi invitarla a tornare in terrazza. Forse sarebbe rimasta più tempo a guardare le opere esposte. Tumino ha seguito con lo sguardo la scena. Ed è stato felice. In fondo la bellezza, in questo caso la pittura, va oltre qualsiasi logica o malizia. Ed è ancora più bella quando rapisce una semplice fanciulla.
I bambini Tumino, soprattutto quelli più fragili, non li dimentica. Il ricavato della vendita dei cataloghi delle tre mostre organizzate sino ad oggi, realizzati da Silva Suri Museum, è stato destinato all’Unicef a favore dei bambini dell’Afghanistan. “Con il contributo donato per questo catalogo darai la possibilità a Unicef di continuare ad essere presente in Afghanistan per proseguire nella difesa dei diritti di tutti i bambini che hanno bisogno della nostra presenza e del nostro aiuto. Stiamo moltiplicando gli sforzi per raggiungere e assistere il maggior numero di bambini e di famiglie in stato di assoluta necessità. Per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto”, si legge nel catalogo della mostra di Sottile.